Agua Doce Servizi popolari, Waldemar e Leonardo Boff, Rio de Janeiro – Brasile
Presentazione del progetto Agua Doce
L’albero della vita – Il Simbolo dell’organizzazione
E’ stato un lungo cammino quello per arrivare a questo simbolo. Avevamo in mente la forza dell’immagine del pianeta-acqua, riempito con le acque di sopra e di sotto, le acque dolci e salate. Ricordavamo la loro varietà: acque da bere, per pulire, purificare, recuperare, confortare. E osservavamo i loro diversi movimenti: le acque scorrono dolci o rabbiose, avanti o indietro, se precipitano in cascate o dormono meditative nei laghi delle montagne.
Si racconta che, nel paradiso, Adamo ed Eva avevano mangiato il frutto dell’albero della scienza ed avevano conosciuto il bene e il male. Questa conoscenza nata da una trasgressione ha svegliato la gelosia di Dio: “Che l’uomo non vada a mangiare anche il frutto dell’albero della vita, altrimenti lui sarà eterno come Noi!…” E li espulse del Paradiso, lasciando nel fondo dei loro occhi la bellezza di quell’albero e nel cuore il desiderio di mangiarne il suo frutto.
Ma Adamo ed Eva erano consapevoli che bisogna conservare, difendere e curare le acque, soprattutto le primordiali, l’albero che nasce delle acque, il frutto che nasce dall’albero, l’uccello che riposa nei sui rami e curare tutto ciò, perché senza questo non c’è vita e non c’è il desiderio e la possibilità di ritornare a questo albero piantato al centro del Paradiso.
L’immagine di quel frutto piccolino, rosso, bello da vedere e più saporito ancora da mangiare scuote il nostro cuore, gli fa ricordare di quel luogo di delizie, lo spinge ad abbassare l’albero finché tocchi il suolo della nostra tristezza. Niente, nessuno pacifica l’anima umana. Come un uccellino agile e leggero cerca giorno dopo giorno, mattina e sera, di beccare il rosso del frutto della vita. Il desiderio di essere eterno e felice come Iddio, che lo ha creato, lo brucia dentro e fuori.
Noi di “Agua Doce” proviamo, con semplicità ed affetto, dei cammini per mitigare questa inquietudine, alimentando nei cuori la speranza di raggiungere l’albero della piena vita.
Come Agua Doce è nata
Per 12 anni abbiamo lavorato con l’assistenza, informazione, coscientizzazione e organizzazione popolare nelle montagne di Petropolis e nella Pianura de Rio (Baixada). Abbiamo costruito una decina di asili e centri sociali e qui abbiamo operato, con l’appoggio di piccoli gruppi internazionali di solidarietà e dal 1995 di una grossa Fondazione svizzera.
All’inizio del 2000, la Fondazione aveva proposto una ristrutturazione amministrativo-finanziaria. Lungo il processo siamo stati convinti che nella pratica concreta non era possibile conciliare i nostri principi di educazione popolare liberatrice con quelle della Fondazione. Allora, abbiamo deciso di lasciare il Seop – Servizio di Educazione e Organizzazione Popolare, la antica organizzazione, e creare Agua Doce – Serviços Populares, per portare avanti gli stessi principi che hanno sempre guidato la nostra azione:
- riservare agli impoveriti il ruolo di protagonisti nel processo di recupero ed emancipazione;
- promuovere programmi di rispetto e integrazione del uomo con la natura;
- coinvolgere il potere pubblico, politicizzando la questione della miseria e della esclusione;
- essere critici con le leggi vigenti, più attenti alla giustizia che alla legalità;
- rapportarsi a persone e gruppi esteri, soprattutto come partners di un progetto comune di famiglia umana e anche come appoggio finanziario;
- collegarsi a altri movimenti locali e globali per aggiungere forza e pressione di cambiamento sociale/politico che sia continuo e sostenibile.
Al di là di questo, Agua Doce si propone di espandere la coscienza umana attraverso l’apertura del cuore ad altri cuori, soprattutto ai deboli, ed alla bellezza di tutto il creato. Con questa apertura di cuore crediamo che il cambiamento sia possibile e sostenibile. Per risvegliare pedagogicamente questa coscienza superiore, vi proponiamo alcuni progetti e programmi di lavoro.
Principi che ispirano ogni progetto
1- Riservare ai poveri il ruolo di protagonisti nel processo di recupero ed emancipazione
2- Promuovere programmi di rispetto ed integrazione dell’uomo con la natura
3- Coinvolgere il Potere Pubblico, per affrontare la questione della miseria e della esclusione
4- Essere critici con le leggi vigenti attenti alla giustizia attenti alla giustizia e alla legalità
5- Rapportarsi a persone e gruppi esteri, come partners di un progetto comune e di famiglia umana, non solo come appoggio finanziario
6- Collegarsi a altri movimenti locali e globali per rinforzare il cambiamento sociale e politico rendendolo continuo e disponibile
I grandi ambiti in cui opera Agua Doce
1- Adolescenti Coinvolgimenti dei ragazzi di strada in attività agricole e artigianali finalizzate al sostentamento dei vari centri che li ospitano
2- Recupero di aree ecologiche Coltivazione di orti domestici e agricoltura familiare sostenibile. Bonifica di aree degradate e inquinate, salvaguardia delle zone a forte rischio ambientale.
3- Promozione della medicina popolare alternativa Corsi rivolti alle donne per la produzione di medicine naturali, nutrizione e salute.
4- Educazione giovanile Educazione alimentare, igienica, sociale perchè i bambini rappresentano la speranza di un futuro migliore. Attualmente sono sette gli asili presenti.
5- Assistenza agli anziani Aiuto nel sostentamento materiale, nel recupero dei diritti giuridici (es. pensione) e della dignità.
:: I progetti/programmi di Agua Doce – Surui 2050 – una visione
Il luogo – E’ una delle fasce di colline e pianure che compongono la Serra do Mar della Mata Atlantica. La fascia comincia dalla zona alta di Petropolis, continuando per l’antica strada dell’Imperatore, la Estrada da Estrela. Si arriva così a Vila Inhomirim, Raiz da Serra, dove si trovava, al tempo dell’impero, la Fazenda da Mandioca, la fazenda del visionario naturalista tedesco Von Langsdorf. Si continua a sinistra per la valle di Cachoeira Grande, Vale Preta, Rio do Ouro e Conceiçao de Surui, per arrivare finalmente in fondo alla Baia di Guanabara.
Le sfide – Partendo dalla zona alta di Petropolis (Alto da Serra) fino a piedi della montagna (Raiz da Serra), circa 1.000 famiglie senza tetto occupano la foresta in modo disordinato. Alberi, fiumi e fonti di acqua sono minacciate. Nella zona rurale, le famiglie producono individualmente, con poca organizzazione, usando concimi e difensivi chimici, e senza informazione. La maggioranza dei lotti sono aree di occupazione regolarizzate dal Governo. Senza prospettive per se stessi e per i propri figli, gli adulti spesso decidono di vendere i lotti ai villeggianti che abitano a Rio de Janeiro. Le sponde dei fiumi sono occupate da famiglie povere che gettano i rifiuti direttamente nell’acqua. Il terreno vicino alla Baia è pantanoso; qui le famiglie vivono della pesca di gamberi e delle colture domestiche. I rifiuti industriali e l’abbandono di sostanze oleose minacciano gli ecosistemi.
Gli obiettivi – Surui 2050 vuole considerare il bacino del fiume Surui e i dintorni come un’unità sociale, economica ed ambientale. Il fiume Surui nasce a Rio do Ouro e scorre placidamente per circa 30 chilometri, ostruito e inquinato, passando dalla cittadina di Surui, fino a sfociare nella Baia di Guanabara. E’ un lavoro di sensibilizzazione, informazione e coscientizzazione che invita le generazioni di questo territorio ad un altro stile di vita, economicamente praticabile, socialmente giusto e ambientalmente sostenibile.
Gli strumenti – Prima di tutto assistendo e preservando ogni forma di vita, a cominciare dai bambini, dalle donne, dalla terra sfruttata e violata, dalle fonti di acqua e dai fiumi. Asili, centri comunitari, programmi di formazione professionale, attività culturali e pubblicazione di bollettini ad uso delle comunità e delle scuole sono gli strumenti per conseguire questi obiettivi. L’autoproduzione alimentare sarà promossa tramite corsi di nutrizione e salute, orti domestici e agricoltura familiare sostenibile, riscoperta delle erbe medicinali e tramite la ricerca della propria autonomia, aperta e liberatrice. La diplomazia popolare sarà favorita attraverso l’interscambio culturale con persone di tutti i paesi. L’educazione spirituale sarà stimolata attraverso incontri liberi di riflessione e preghiera.
L’orizzonte – Mantenere viva nel cuore delle generazioni presenti e future la memoria e l’amore per la preservazione della comunità vitale del pianeta; e risvegliare i sentimenti di venerazione e lode per l’Anello ultimo che anima e unisce con incessante movimento amoroso tutta la creazione, in un unico destino.
Informativo “Agua Doce” Questa pubblicazione mensile di 8 pagine vuole mettere in evidenza i problemi e le potenzialità (naturali, sociali e economiche) del Bacino del Surui. Vuole anche esporre le riflessioni attuali sulla globalizzazione vista a partire dagli esclusi e le iniziative concrete prese nel mondo per proporre uno sviluppo buono, bello e sostenibile.
Casa della Diplomazia Popolare – Sede di “Agua Doce” – Suruí, Magé È attiva la nostra nuova sede amministrativa, dove si danno corsi di artigianato, di nutrizione e salute per gli abitanti del villaggio di Surui e corsi di educazione e organizzazione per i pescatori di granchi. Ci sono due stanze riservate per gli amici provenienti dall’estero che vogliono fare una esperienza di lavoro in mezzo al popolo e pensare un mondo buono per tutti.
Biblioteca della Scuola Elementare Rurale La piccola scuola, localizzata nel Bacino del fiume Surui, è intestata a Dinorah dos Santos Bastos (1915-1943), una giovane insegnante nata nella regione. Molto religiosa, dedicò la sua breve vita ai bambini poveri della zona rurale. Su sollecitazione della dirigente della scuola, ove studiano circa 180 bambini, figli dei piccoli contadini, stiamo costruendo una biblioteca con uno spazio per il contastorie, per il doposcuola, per una videoteca e accesso internet. La finalità è risvegliare nei bambini la cura per il fiume Surui e per il loro ambiente; riscattare la storia e cultura locale e formare in loro una coscienza planetaria che li faccia sentire membri della famiglia umana.
Il custode del Surui Alla foce del fiume, c’è un’area di mangrovie occupata da famiglie senza tetto. Una piccola spiaggia è frequentata dai poveri della regione che non riescono ad andare alle belle spiagge di Rio. C’è molta spazzatura e rischio di degrado ambientale. Abbiamo proposto all’IBAMA (Istituto Brasiliano dell’Ambiente) la costruzione di un piccolo ufficio di orientamento e di distribuzione di materiale informativo. Un educatore popolare ambientale, scelto dalla Comunità, manterrà l’ufficio e farà i lavori di orientamento. Se non avremo una risposta positiva dall’IBAMA, inizieremo noi stessi la costruzione di 50m2, al costo di circa 8.000 euro.
Asilo “Tia Madà” – Engenho Pequeno, São Gonçalo È un edificio di 2 piani, ancora da concludere. Al primo piano funziona un salone comunitario per le riunioni delle mamme, per l’alfabetizzazione di giovani e adulti e per gli eventi locali e una casa degli ospiti per alloggiare i capacitatori che vengono da fuori e gli eventuali visitatori dall’estero, interessati ad una esperienza di lavoro nel campo dell’educazione popolare. Nel secondo piano funziona l’asilo per 40 bambini. La famiglia di Madà gestisce oggi l’asilo ma bisogna espandere il gruppo direttivo per includere altre persone. La comunità partecipa poco e c’è un gran lavoro ancora da fare. Mada’ fa parte di “Artecreche”, un movimento di asili comunitari per ottenere l’appoggio del Comune e per la capacitazione pedagogica. Il grande problema della comunità è la mancanza d’acqua. L’asilo compera tutte le settimane un camion di 10 mila litri per i bagni e per la pulizia. L’acqua da bere e per cucinare è comperata in bottiglioni. Vogliamo organizzare la comunità per rivendicare dal Comune la fornitura pubblica di acqua e la canalizzazione della fognatura.
Centro di Appoggio agli Adolescenti – Belford Roxo, Parque São Bento In questo quartiere, Marlene e altre donne mantengono da 14 anni un asilo per 30 bambini. È una zona molto violenta e disperata. Dopo che escono dall’asilo, i bambini vanno alla scuola elementare pubblica che funziona per metà giornata. C’è un grande gruppo di ragazzini e ragazzine che rimane nelle vie della comunità dopo la scuola. Hanno da 12 a 15 anni. È per loro che abbiamo pensato questo edificio di 100 m2, costruito a lato dell’asilo. Nei prossimi anni pensiamo di sviluppare lì laboratori di educazione sessuale e sanitaria, capoeira, danza, teatro, taglio di capelli afro, taglio e cucito. È un lavoro sperimentale che cerca di allontanare gli adolescenti della droga e della gravidanza precoce.
Centro Consolador Prometido – Caxias, Parada Angélica Questo è un centro che funziona da più di 15 anni, sotto la amministrazione di un gruppo di inspirazione spiritualista (kardecista). Noi li appoggiamo in due programmi di lavoro per gli adolescenti: computazione e calcio, pagando gli istruttori, il materiale e il pranzo.
Asilo “Caminho do Encontro”- Belford Roxo, Shangri-la Torre È un asilo molto informale con una struttura architettonica molto particolare. È ancora in costruzione. Questa è una comunità molto difficile, disorganizzata e bisognosa. È fondamentale mantenere l’edificio sotto la nostra amministrazione per alcuni anni fino che la comunità sia in condizioni di gestirlo. In mezzo all’abbandono quasi totale, sogniamo di sviluppare un bel programma educativo per i bambini lungo tre linee: * educazione planetaria, con un posto nella parte più alta del terreno, ove i bambini possano andare una volta alla settimana per guardare gli amici lontani che vivono al di là dell’orizzonte e che aiutano a raggiungere la dignità comune; * educazione spirituale, con uno spazio nella natura, sotto i bambu, ove i bambini possano sedere una volta al giorno, attaccati uno all’altro per sentire il vento che circola nel pianeta, il silenzio che riempie il fondo dei loro piccoli cuori e il calore del corpo dell’uno e dell’altro che scalda tutto il corpo della terra madre e di tutta l’umanità; * educazione alla sostenibilità, con un grande orto, ove i bambini vanno tutti i giorni a piantare e a curare le verdure e i frutti per imparare che per vivere bisogna avere un buono rapporto con la terra e non necessariamente avere soldi in tasca.
Centro “Casa das Rosas”- Ponte Preta – Magé Questo centro di appoggio per l’infanzia e l’adolescenza fu costruito due anni fa. Per mancanza di organizzazione comunitaria, abbiamo molti problemi. La attuale direzione non è molto affidabile. Noi cerchiamo di portare avanti una buona educazione popolare che non escluda nessuno, ma includa tutti sotto i principi etici di base.
Asilo “Morro da Oficina” – Petrópolis È l’unico intervento che abbiamo nella montagna. Abbiamo deciso di aiutare questa comunità perché da 15 anni lotta per concludere il suo asilo comunitario. Il Comune si rifiuta di aiutarli ufficialmente per ragioni tecniche, ma in realtà si tratta di ragioni politiche. Finito l’asilo, speriamo che la comunità sia sufficientemente organizzata per trovare finanziamenti pubblici per la manutenzione.
Programma “Nonna Angelina”- Baixada Fluminense Nel 2002, Nonna Angelina di Romano Canavese, Torino, ha compiuto 100 anni. Per iniziativa di suo figlio, Giuseppe Laini, durante la festa abbiamo fatto una raccolta per aiutare i vecchi abbandonati nelle comunità povere di Rio. Oggi, Odete, una educatrice popolare, visita le famiglie delle Comunità della Baixada per assistere i vecchi più abbandonati. Alcuni abbisognano di cibo, altri di una parola che rompa la loro solitudine, altri dei documenti personali per la pensione, altri della medicina per la salute, altri dei soldi del biglietto per vedere i figli distanti. Le schede, con il racconto di tante tristezze, resistenze e speranze, rivelano la sofferenza nascosta di gran parte della popolazione povera della Baixada.
Una lettera di Waldemar Boff agli amici, novembre 2003
Sognando un pianeta più dolce e più umano
Cari amici,
La prima cosa che vogliamo dirvi è che Dio non ci ha negato la sua inspirazione e il suo entusiasmo per continuare a lavorare con semplicità, tenendo ferma la convinzione che un altro mondo è possibile. Anche quando non vediamo i risultati, sicuramente il nostro lavoro, insieme con la vostra buona volontà, produrrà frutti al momento giusto. Il progetto che abbiamo chiamato Surui 2050 è quello che cammina più lento: con una prospettiva così lunga, non si può avere fretta. La nostra sede è pronta ed ora stiamo cercando un custode, preferibilmente una famiglia di Suruí. Serginho, il nostro contatto in paese, cura l’orto, ci accompagna nelle nostre camminate per la comunità e ci aiuta nei rapporti con la gente del posto. L’8 novembre scorso abbiamo fatto la riunione annuale di tutti i membri di Água Doce per fare un resoconto del 2003 e per pianificare il 2004. Il prossimo anno speriamo di iniziare il lavoro con i pescatori del fiume e di finire la mediateca “Agenda 21”, all’interno della piccola scuola rurale nel bacino del fiume Suruí. Restiamo aperti anche ad altri programmi di lavoro che sorgessero dalle necessità della comunità.
Attualmente, sono in costruzione 3 asili: – Asilo Morro da Oficina, sulle montagne di Petrópolis: speriamo di concluderlo entro il primo semestre del 2004, per cercare di trasferirlo subito al Comune di Petrópolis, proprio durante la fase elettorale della città; – Asilo Tia Madá in Engenho Pequeno (São Gonçalo, dall”altra parte della Baia di Rio): l”asilo è praticamente pronto, ma non vogliamo finirlo senza conseguire prima una migliore integrazione comunitaria; – Asilo Caminho do Encontro in Belford Roxo (nella Baixada): qui non abbiamo fretta perché la comunità è ancora troppo bisognosa e disorganizzata. Abbiamo finito il Centro per Adolescenti in Parque São Bento (Belford Roxo, Baixada) che attualmente è sotto la direzione di Marlene, coordinatrice dell’asilo. Abbiamo rallentato il ritmo di tutte queste costruzioni. Il tempo ci ha insegnato che bisogna valutare prima l”impatto sociale di questi interventi e che non basta la costruzione fisica, ma è anche necessario che crescano di pari passo la vigilanza, l”informazione e l”organizzazione comunitaria. Per svolgere questo preciso compito sta lavorando da due mesi Sergio, 57 anni, un pensionato nostro amico da anni.
Nel 2004 inoltre assumeremo alcuni programmi di lavoro di un’altra organizzazione locale, che si chiama Seop (Servizio di Educazione e Organizzazione Popolare); sono progetti che il principale finanziatore del Seop (la Fondazione Novartis) non vuole più finanziare. Daremo quindi l’appoggio necessario agli asili comunitari indipendenti che nel tempo avevamo contribuito a costruire: l’asilo Shangri-Lá, con 70 bambini, e l’asilo Lar de Vasti, con 50 bambini. Poi anche il Centro Comunitario Romano Canavese, in Alto Independência (Petrópolis), sarà assunto da Água Doce con tutti i suoi programmi: doposcuola, salute comunitaria e lavoro con le donne.
Continueremo ad appoggiare le altre iniziative presenti nella Baixada Fluminense: l’asilo della Fundação Beneficiente Jesus de Nazaré (in Caxias) con 60 bambini; l’asilo Semeando (in Belford Roxo) con 40 bambini; l”asilo Pingo de Gente (sempre in Belford Roxo) con 40 bambini ed il centro Consolador Prometido (in Caxias) con 25 adolescenti. Sarebbe impossibile mantenere tutte queste attività senza la solidarietà degli amici dell’estero, tessuta di tante belle cose, visibili o invisibili. Lo ripeto da sempre: è una vergogna che il Brasile, la decima potenza economica del mondo, abbia 40 milioni di affamati. Nel nostro caso, la fame è il frutto bacato dell”ignoranza politica.
Siamo molto felici del programma “Fame Zero” del Governo Lula. È una iniziativa buona, coraggiosa, necessaria che merita tutto il nostro appoggio. Ma finora non è arrivata alle comunità povere in cui lavoriamo. Dopo tanti anni di lavoro in mezzo a sofferenze, delusioni e speranze, accanto al popolo e contro la fame, la malattia, l”ignoranza, la brutalità, la furbizia e l’abbandono, posso dire che, da questa iniziativa ufficiale, non ci si può aspettare più di quello che può effettivamente dare. La disuguaglianza scandalosa presente in Brasile è una violenza storica, un peccato strutturale mantenuto dalle élite nazionali e globali che eleggono democraticamente i capi di Stato. Un Brasile degno e democratico non sarà costruito in 5 o in 50 anni. Nonostante tutto, continuiamo a lavorare, senza odio o violenza, seminando nel buio della fede affinché altri raccolgano nell’allegria.
Speriamo vivamente di essere inseriti, il più presto possibile, nel programma governativo “Fame Zero”, affinché i poveri del Brasile vengano curati con le risorse dello stesso Brasile e con l”appoggio dei nostri amici dell’estero che, come noi, sognano con un pianeta più dolce e più umano. Cari amici, vi abbracciamo con tutto il nostro affetto. Preghiamo l”uno per l”altro, e insieme per il popolo.
Waldemar Boff, fondatore di Agua Doce Serviços Populares – 26 novembre 2003
Una lettera di Maria Regina Maroun, ingegnere ed educatrice popolare dell’associazione Agua Doce – Serviços Populares ottobre 2004.
Per chi arriva di passaggio dalle parti di Surui, tutto sembra calmo, armonico e accogliente. Così come quando la gente prende una barca per attraversare le acque del suo bellissimo fiume. Ma… cosa dire sulla qualità della vita degli esseri umani che vivono li? La cruda realtà di molte vite si nasconde discretamente nella bel paesaggio naturale. Ci sono in Surui sacche di miseria considerate tra le peggiori a livello nazionale… i vecchi passano la fame nelle proprie baracche, i bambini raccattano bottiglie di plastica e lattine per scambiarle con un po’ di fubà (una bevanda tipica di queste zone); oppure perlustrano il mercato del pesce per chiedere degli avanzi da portare a casa.
Molto vicino alla recente strada asfaltata, addentrandoci negli spazi meno attraenti di Surui, si incontrano canali di scarico a cielo aperto, che scorrono tra i piedi dei bambini; numerose baracche, di quelle con una sola stanzetta e senza bagno, che si moltiplicano con velocità incontrollabile per tutta la regione della Baixada Fluminense; estese depressioni del terreno dove si accumula l’acqua piovana, favorendo lo sviluppo di larve e insetti portatori di malattie… Nella parte alta di Surui, alcuni direttori delle scuole ci raccontano di molti bambini che vengono in aula prima di tutto per… mangiare!
Il quadro di Surui si ripete per tutta la regione della Baia di Guanabara. Vogliamo contribuire alla sperimentazione ed alla promozione di un altro ordine, che tenga come orizzonte la garanzia dei diritti sociali di base per tutti, con il minimo consumo di risorse naturali. Desideriamo anche ispirare l’amore delle persone per l’ambiente, in modo che esse possano mantenersi dove stanno e non si perdano nelle promesse illusorie dei grandi centri urbanizzati, sempre più disumani e impraticabili. Si tratta di un processo lento e graduale di rieducazione, da qui l’importanza del nostro lavoro insieme alle scuole della valle del fiume Surui.
Pertanto, ci sembra fondamentale alimentare nelle persone la fede in loro stesse in modo che possa nascere il desiderio di emanciparsi. Chissà quindi che altri fiori possano germinare, qui e là, gradualmente e individualmente, portando bellezza, profumo e allegria per i tanti occhi e i tanti cuori delusi. Utopia? No, è solo un desiderio, una speranza che orienta i nostri sforzi.