6 ottobre 2012
La campagna elettorale, già cominciata, non è solo uno scontro per governare il paese. Sembra piuttosto una guerra, senza esclusione di colpi, per la vita o la morte del sistema politico, contrassegnato negli ultimi 20 anni più da disastri che da successi.
Senza voler sottovalutare il ruolo che avranno le molte liste e i partiti in lizza, penso che i contendenti principali di questa partita saranno il PD e il Movimento 5 Stelle. La loro competizione determinerà l’esito della partecipazione al voto e al non voto. Per ora si contano intenzioni frutto di opinioni immediate e sentimentali volubili; ma il giorno delle elezioni il voto sarà il frutto di una lunga o breve, comunque non semplice, mediazione che porterà ciascuno a scegliere se andare al seggio e chi votare o se rimanere a casa. Insomma dal sentimento alla ragione.
Se volessimo dire che si contendono “la politica” e “l’antipolitica” (che ritengo contrapposizione falsa) dovremmo convenire che proprio questo conflitto tiene vivo il senso della democrazia. In realtà é evidente da un lato un tentativo di rinverdire la vecchia politica anche con figure che non siano le solite che hanno tenuto banco nell’ultimo ventennio, dall’altra quello fortemente diretto dall’alto, ma che incontra un vasto sentimento comune di dare un altro senso alla politica fin qui conosciuta.
In entrambi i campi si misurano punti di Forza e di Debolezza, Opportunità e Rischi. In ogni caso non sarà una campagna di marketing, ma un vero e proprio conflitto tra Stati maggiori, Strategie e Tattiche, Truppe specializzate diffuse sul territorio e capaci di mobilità e conquista.
Il Punto di maggior forza del PD é il suo radicamento nel paese e in molti poteri decentrati; uno stato maggiore fortemente articolato nel territorio ed a livello nazionale, quasi una galassia di stelle, in grado di esprimere continuità e novità, vedi Renzi, la Puppato e Gozi. Punto di forza é la opposizione al tempo del berlusconiano come pure la consapevolezza diffusa tra militanti e simpatizzanti che questa sarà una elezione decisiva. L’Opportunità dunque sarà di potersi misurare nel difficile governo del paese senza i vincoli di una coalizione composita e confusa anche se questo dipenderà molto dalla legge elettorale.
Quanto al M5S é forte la sua evidente lontananza dalla storia e dalle vicende della politica secondo una logica di rottura con riti e forme tipiche dei partiti “costituenti”; ad uno stato maggiore ristretto e verticale che non ha bisogno di mediazioni e compromessi si accompagna una “base” diffusa e articolata che ne fa un flusso in grado di poter essere ovunque e comunque.
Qui c’é la forza di una Stella unica. L’Opportunità di avere voce nel luogo del “potere” può rendere più visibile la battaglia di scardinamento del vecchio sistema e di mobilitare tante energie che si sono messe ai margini della politica. Riusciranno, ciascuno dal proprio orizzonte, PD e M5S a sconfiggere la delusione e l’apatia? Questo conflitto é problema e vita della democrazia italiana.