Cambiare o no?

26 febbraio 2013
Pd e Pdl hanno preso meno del 50% dei voti, il 25% si è astenuto e il 25% ha votato Grillo. I due principali partiti, umiliati dal giullare divenuto Re. Rosicchiati dall’interno come quelle quercie apparentemente robuste ma mangiate dalle termiti. Perchè, nonostante la rimonta finale, il PDL tutto è fuorchè un partito, dipendente come è da un leader bollito e squalificato universalmente, ancora in grado di toccare la pancia del proprio elettorato più sprovveduto ed egoista ma non di governare un’accozzaglia di interessi e personalismi.
Per il PD, c’è da scommettere che partirà presto la caccia al colpevole, e la rimessa in discussione di una ledership che dalla “vittoria mutilata” rischia di passare a una sconfitta non annunciata, e di liberare le tante anime non congruenti di quel partito dal patto di potere che lo aveva tenuto insieme.
Da domani incomincierà un’altra partita dall’esito imprevedibile. Dove nessuna delle vecchi certezze varrà più.
Il disagio sociale, ignorato, rimosso, trascurato e incompreso per anni, continuerà ad allargarsi come una puiaga infetta.
Nell’ipotesi di un nuovo voto, nessuno si illuda di poter riproporre la propria continuità, di classe dirigente. Di organizzazione. Di programma. Di “facce” e di routines. Anche di linguaggio. E a proposito di questo, almeno una preghiera: si abolisca il termine “antipolitica2, soprattutto se riferita a chi, ci piaccia o meno, ha rappresentato oggi l’unico fatto politico rilevante in un panorama desolante.
Un soggetto politico nuovo dovrebbe, penso, ripartire da qui. Per spostarsi. Inaugurare altri luoghi, altri linguaggi, altre forme della politica. Imparare dal femminismo, allargare lo spazio pubblico, portare sulla scena lo sguardo din uomini e donne, ragazzi e ragazze, ricco della loro intera vita, non dell’appartenenza a una tessera o di una rabbia che é l’altra faccia della depressione.
Non si è antiliberisti se non si porta il conflitto sul simbolico e sull’immaginario oltre che sul materiale. A me pare molto importante questo, rispetto alla tradizione della sinistra: tenere insieme il tema dei diritti civili, con quelli del lavoro e del conflitto sociale. Fondarsi sulla dimensione politica dei beni comuni. Dobbiamo porre il problema di una soggettività politica all’altezza delle trasformazioni. Peraltro sarebbe una cosa rivoluzionaria parlare di un altro modo di essere uomini, che liberi riconoscimento e invenzione di sé. E faccia della laicità, della ricerca comune di donne e uomini, senza verità assolute, un requisito e una possibilità della democrazia.
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Adesso vorrei suscitarti alcune riflessioni da queste parole o fatti:
1- Venti anni di cosa dal 1994?
2- Dati di Siena: -14% alla Camera; – 12% al Senato, a Parma dove il sindaco è grillino, è stato un plebiscito;
3- caduta del PD al Sud, dove D’Alema comanda da sempre;
4- azzeramento di meccanismi di potere ferraginosi che bloccano qualsiasi possibilità di cambiamento;
5- il vento da oggi in poi è cambiato, nessuno può invertirlo;
6- governare per governare? Con chi? Con Berlusconi?
7- Populismo? Cosa significa? Reazione del popolo! E’ molto positivo, di conseguenza guai usarlo come negativo!
8- Grillo è il frutto delle mancanze dei partiti?
10- Nel periodo del governo Monti i partiti non hanno fatto la riforma elettorale, né una riforma della politica (diminuzione parlamentari, salario, privilegi ecc…)
11- Ho aspettato la conferenza stampa di Bersani prima di terminare queste mie domande, eccoti l’undicesimo: perchè Bersani non dice chiaramente di fare l’accordo con Grillo? l’ha fatto intendere ma molto vacuo…

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