Alle 9,15, puntuale ma non troppo, la Carovana riprende il cammino direzione Bergamo.
La giornata è splendida, il cielo di un azzurro intenso; campi verdi ci rincorrono mentre procediamo spediti, con qualche manovra al limite dello spericolato, lungo l’autostrada.
Prima sosta, a Nembro, un comune del bergamasco, a casa di Mirta che con l’amica Ornella ci offre un pranzo corroborante e sfizioso.
È l’occasione per aggiornarci sulle loro molteplici attività rivolte a favore di comunità brasiliane e sulla situazione migratoria nella provincia di Bergamo, di come questa abbia risentito della difficile situazione lavorativa della zona, dell’impegno del Comune di Nembro che da anni sostiene progetti di cooperazione internazionale e sviluppa un piano di accoglienza per migranti; aspetti che torneranno nelle relazioni e commenti del dibattito che ci sarà nel pomeriggio. Mi torna in mente, anche che Bergamo è stata la prima provincia, ben 13 anni fa, ad attivare gruppi autogestiti di donne migranti che riflettevano sul proprio progetto migratorio secondo un modello diffusosi, poi in altre realtà locali.
Si risale sul pulmino. Alla Carovana si aggiunge Mirta e procediamo verso Bergamo Alta dove alle 18,00 presso l’Università di Bergamo è previsto l’arrivo della Ministra Cecile Kyenge, che parteciperà al Seminario “Il futuro anteriore della cittadinanza: culture, diritti, percorsi”.
La sede del seminario è nel complesso di Sant’ Agostino. Nella sala stampa la Ministra, prima del seminario, incontra una delegazione di rappresentanti di Associazioni che le presentano il “Dossier Immigrazione Bergamo” e risponde alle loro domande. Nell’ampio cortile interno una folla variopinta: molti fans, ma anche una lieve presenza contestatrice. In comune hanno magliette messaggianti: faccia stampata della Ministra e proclami di fede, scritte civilmente provocatorie: “Ministro mi può aiutare? Voglio la cittadinanza padana”, “Sono un assessore leghista. Vuoi parlare con me?”
Nella sala conferenze prende il via il Seminario coordinato da Vanni Maggioni ed introdotto da Luciano Luciani. Si susseguono interventi istituzionali che esplicitano problematiche ed avanzano parimenti richieste e proposte sul piano istituzionale.
Dopo il saluto del Vescovo si alternano vari relatori tra cui il giudice Antonio Ingroia che spezza l’associazione clandestinità uguale maggiore criminalità.
Si sottolinea come la crisi economica abbia colpito tutti senza distinzione, non facilitando certamente la convivenza; come ancora una piccola minoranza di questi nuovi cittadini “sia allo sbando e sicuramente sono la causa delle insofferenze che ancora oggi persistono”. Si propone che competenze sui migranti oggi in capo ad altri ministeri siano trasferiti al Ministero dell’integrazione cui assegnare risorse da destinare a percorsi formativi per inserimento al lavoro, percorsi di cittadinanza, di lingua italiana, ecc.
Viene ricordato che Bergamo è la patria di Papa Giovanni XXIII, un territorio che ha nel proprio substrato culturale la capacità di accogliere e mediare.
Alle voci istituzionali si aggiungono le voci “ organizzate” dei migranti ed al microfono si susseguono i rappresentanti delle varie Associazioni che testimoniano la propria presenza e visibilità nel tessuto sociale e produttivo della zona. Nelle richieste e proposte emerge l’evoluzione dei bisogni dei migranti, soprattutto da parte di quelli presenti da più tempo (alcuni raccontano di essere qui da più di 20 anni, di aderire ad associazioni di volontariato , di ricoprire cariche istituzionali), fra tutti, il bisogno di essere visibili per poter partecipare.
Mi viene in mente il commento di DIOMA a Bolzano il giorno prima: “All’inizio si cerca di essere invisibile per non essere notato, poi si vuole essere visibile per essere notato, per esserci e per esserci devi partecipare e per partecipare devi avere le carte giuste ed essere al posto giusto”.
Le conclusioni della Ministra Kyenge sono la riaffermazione ed esplicitazione dei punti cardini del suomandato: integrazione=interazione=conoscere l’altro per andare verso orizzonti condivisi.
La serata si conclude nella festa organizzata presso il Patronato San Vincenzo: musica, cibo, incontri, messaggi da portare con noi a Matera.
Alla festa è presente la Ministra che assiste allo spettacolo di danze da tutto il mondo.
Cosa ha caratterizzato la tappa di Bergamo?
Gli sguardi: scettici (è la moda del momento), identificatori (oggi è lei, domani potrebbe essere possibile anche per me o per mio figlio), incoraggianti (siamo con te), sfidanti (chi credi di essere?).
Qualunque sia il tipo di sguardo un dato è ormai certo: Kyenge è diventato un simbolo, un punto di riferimento carico di aspettative, desideri, sogni, investimenti: una persona a cui guardare e da cui essere visti.
Franca Capotosto, dei Carovanieri