CENTRO SOCIALE EX CANAPIFICIO: MOVIMENTO PER MIGRANTI E RIFUGIATI
Arriviamo a Caserta alle sei e mezza e la sala gremita di nigeriani, ghanesi, senegalesi impressiona da subito. E pensare che la sala era la sede di un laboratorio di musica. La sfida lanciata in un primo tempo dagli spazi a lungo inutilizzati dell’ex canapificio, infatti, era quella di creare luoghi di poesia libera e personale. Poi la promessa si è fatta più ambiziosa ed è iniziata la sfida, che di quella idea originaria mutuava gli intenti: assicurare spazi nuovi di espressione. Libera e personale. “Perché parlare di immigrati non è la stessa cosa che parlare con gli immigrati” affermano in diversi. E proprio questo bisogno che la propria voce venga ascoltata è rivendicato con forza da molti presenti che da subito dimostrano profonda e rara consapevolezza non solo delle problematiche vissute sulla propria pelle, ma anche del tessuto normativo italiano.
Tutto questo non deve meravigliare, così come l’inusuale, perfetta organizzazione assembleare dimostrata. I ragazzi del Movimento per migranti e rifugiati, infatti, si riuniscono, numerosissimi, una volta a settimana per affrontare le problematiche più varie. Non solo: la preparazione di uno sciopero, di una manifestazione, di una qualsiasi iniziativa è sempre preceduta da lunghi mesi di preparazione, di studio e dibattito perché – come spiega Gianluca, il promotore dell’iniziativa – tutti devono sapere, capire ed essere coinvolti in ciò per cui si protesta.
Conoscenza e consapevolezza, espressione e responsabilizzazione sono i punti di forza del movimento. Ma non si può non parlare anche di personalità carismatiche come Zongo (ex sindacalista del Burkina Faso) che racconta come adesso il centro conti più di tre mila utenti. I tesserati, invece sono circa 1.300 e, con un contributo annuo minimo di 3,00 €, provvedono – tra le altre cose – ad autofinanziare l’attività legale prestata da alcuni avvocati nelle beghe che ogni tanto possono coinvolgere qualcuno dei ragazzi del Centro.
Quello legale, d’altra parte non è l’unico servizio presente. Il centro sociale Ex Canapificio, infatti, oltre a gestire uno SPRAR, offre uno sportello informativo attivissimo; un ambulatorio medico in partenariato con l’ Università Federico II e – importantissimo – un servizio di aiuto, assistenza e protezione a favore dei soggetti sottoposti a tratta e sfruttamento lavorativo.
La riunione è finita e prima di mettersi a tavola tutti insieme, davanti al piatto squisito di mafè preparato da Mamadou, uno dei presenti osserva con imbarazzante acutezza come chi parla di immigrazione in Italia finisca sempre e soltanto col fare ideologia o isteria. In una parola, la questione immigrazione in Italia non è mai affrontata nei suoi termini reali, nelle difficoltà concrete.
Ma qui no, non all’ ex Canapificio, dove la vita e la realtà sono metro di lavoro, di osservazione, di lotta.
Daniele Frigerio, dei Carovanieri