23 luglio 2013
E’ duro credetemi continuare a “pensare”!
Non ci accorgiamo che in Europa la sinistra sta scomparendo, mentre in Italia è ormai alla “macchia”. I giovani non vedono nei partiti i canali capaci di rappresentare gli aneliti popolari e di stabilire alternative. Ho già ricordato in un mio scritto di vari mesi fa cosa previde il sociologo Robert Michels già nel 1911, i partiti progressisti si lasceranno addomesticare facilmente dalle delicatezze borghesi quando si convertono in governo. Cambiano il progetto del Paese per il progetto del potere, si allontano dai movimenti sociali e si avvicinano a quelli dei suoi antichi avversari, smettono di interrogare il capitalismo per proporre misure cosmetiche per migliorare la vita dei più poveri, o meglio, degli impoveriti.
Il capitalismo é in profonda crisi, nel suo sforzo per perpetuarsi, ignora le raccomandazioni dell’ONU per la crisi finanziaria, come chiudere i paradisi fiscali, e si nega di regolamentare il capitale speculativo. Le sue proposte sono pannicelli caldi, rammendi su panni vecchi. Hanno inventato il capitalismo verde per combattere la povertà attraverso programmi sociali compensatori, mai emancipatori, proponendo la libertà individuale per sicurezza, disprezza i movimenti sociali, criminalizza lo scontento popolare e le conseguenti manifestazioni.
Quando ci accorgeremo che il capitalismo rappresenta un progetto solo per una grande minoranza dell’umanità. L’ONU dice che ci sono 4 miliardi di persone che vivono sotto la soglia della povertà. Viviamo in un sistema distruttivo, a quando tramutarlo in creativo?
I partiti sono chiamati a proposte alternative non a essere gestori della crisi economica. Devono sottolineare le carenze e le alternative. In caso contrario l’attuale insoddisfazione si tramuterà in rivolta. Sono esempi eloquenti le primavere arabe, la Turchia, il Brasile.
Si rendono conto che non possono tenere chiusa in gabbia la speranza?
Stiamo deglutendo quella che ci é stata presentata come una necessità per salvare il Paese: le Larghe Intese. Il PD, ammonito dai suoi sapientoni che lo ammaestrano a sussurrare, nei teatrini, mi raccomando, non nelle piazze! per non spaventare e a non indignare le quattro M -i Mercati, i Moderati, il Monti, la Merkel-, non accorgendosi che i più spaventati sono i precari, gli esodati, i disoccupati, i cassintegrati, i nuovi poveri e quelli che lo vanno diventando, i piccoli imprenditori falliti e quelli che temono di fallire, e che i più indignati erano tutti questi e altri ancora che si guadagnano onestamente da vivere e hanno visto crescere il malcostume e la corruzione politica come l’unica pianta bene innaffiata nel campo assetato.
Chi scrive é dell’idea, su cui insiste cocciutamente, che senza chiarezza sui fondamenti si costruisce sulla frana, pronta a cedere alle prime piogge. Certo, cambiamento: ma che cosa, come, perché? O si incomincerà di nuovo con le prediche agli altri o si guarderà prima a se stessi, ai propri errori e alle proprie magagne interiori?
Dunque la ricostruzione deve incominciare da se stessi, dalla propria costituzione etica e dunque sociale.
Una sinistra che non serva ai più deboli non serve a niente. Ma questa é una scelta innanzitutto morale, che chiede molto a se stessi e alla propria effettiva pratica politica.
L’attuale governo, si è caratterizzato per i suoi continui “rinvii”. Sottostà a continui ricatti, digerisce bugie che anche un cieco e un sordo insieme intuirebbe. Venerdì 19 si é superato ogni limite. Alfano vittorioso e illibato, a tal punto che sono rimasti increduli anche i “suoi”! Letta non solo l’ha difeso -Alfano non si tocca- (Corriere 17-7) ha messo sotto il tappeto tutte le “plateali” verità uscite giorno dopo giorno, fino ad ora che scrivo. Re Giorgio, anche lui l’ha seguito a ruota pronunciando la magica frase: -Alfano non si tocca- (Unità, 19-7) continua a fare il presidente di una ormai già chiara “repubblica presidenziale”, iniziata nel novembre del 2011, avocando a se entrambi.
Udite udite, B. su Repubblica, 19-7, parlando ai suoi: “Non dovete fare nulla, lasciamo che a difenderci siano Napolitano e Letta”.Guai a nominare il nome di Re Giorgio. Incredibile! Il presidente del Senato si è fatto ancora una volta notare interrompendo un senatore che, badate bene, non offendeva, ma lo citava. Mentre quando lo ha più volte citato l’Enrico, nella sua difesa: dormiva!
Siamo ormai giunti oltre l’essere completamente narcotizzati, adesso é chiaro che siamo “Allettati”, nel senso di “stesi politicamente”.
Mi sto domandando ma chi è costui? E’ Enrico Letta o Gianni Letta o GiannEnrico Letta? Il primo figlio, il secondo nipote di Re Giorgio?
Lo zio lo coccola, B. lo caldeggia, Re Giorgio. gli ha dato l’immunità?
Tra lui e la sinistra c’é la stessa comunanza che esiste tra un terrestre e un marziano. Ha, insieme a molti “pari” , pidiellizzato il PD, ex-partito di sinistra, ex-partito di opposizione, ex-partito di lotta. diventato ormai un partito “trangenico”.
Che fare di fronte a tutto ciò e molto altro volutamente tralasciato?
Benigni sabato sera a Firenze prima di esibirsi nel Canto 23 dell’Inferno sull’Ipocrisia, ha spiegato la sorpesa fattagli dalla classe dirigente del PD. Votando PD, ho subito sperato in un governo delle Larghe Intese. Ma non pensavo che la sua classe dirigente, dopo la campagna elettorale fatta non potesse arrivare a tanto. E bravo il PD, che “ruba le mie attese politiche”, una meraviglia!
Una sola cosa è fattibile, cari iscritti e cari elettori del PD, mi rivolgo agli anziani, a coloro che hanno sofferto e creduto in valori veri: rivoltatevi! Mandate a casa questa classe dirigente. Anche se vi sembra di avere le ali spezzate, da questa classe dirigente indegna e assetata di potere. Fatevi venire la voglia di tornare a volare, per guardare in alto.
Mi rivolgo a voi giovani, che avete le ali spezzate dalla crisi economico-finanziaria, che avete tre doti fondamentali che noi di una certa età non abbiamo più: creatività, entusiasmo e trasgressione, uscite in strada, occupate i circoli, mettendo al centro i veri bisogni della gente, cacciando gli equilibristi della politica, coloro che non hanno mai lavorato, coloro che quando terminano gli incarichi vanno a ricoprire ruoli profumatamente remunerati, coloro che pur giovani arrivano senza nessun merito, solo perchè optati da “qualcuno”. Create l’imprevedibile, mettendovi a disposizione per tornare a “volare abbracciati” per farsi trascinare dal vento della creazione di una società più giusta che batte nei vostri petti. Solo così potrete affrontare le paure, superare i timori, mettere a tacere i dubbi, che non ti fanno sentire il soffio di quel filo di vento tanto esile quanto robusto, capace di sostenervi in questo nuovo viaggio.
Il volare abita i cuori di ogni uomo e di ogni donna, e pulsa insistentemente, quasi a voler pompare nuovo sangue per accellerare la guarigione di questa politica ormai “morta”.
Andate nei circoli, prendete la tessera per dare una nuova vita a questo partito, prendetelo in mano con cura come una madre allatta il proprio bambino appena nato. Solo così possono nascere e “volare” le nuove politiche che gli impoveriti attendono.
Siamo in democrazia e si può voltare pagina. Non c’è l’obbligo di votare per un partito perché lo dicono i media, anzi, io voterò proprio per quelli che demonizzano, perché è ovvio che SI INSULTA QUALCUNO quando NON SI POSSONO CONTRAPPORRE ARGOMENTI VALIDI, SEMPLICEMENTE PERCHE’ CHI CONTESTA NON NE HA. DOBBIAMO INTERROMPERE questa continuità col passato, avere il coraggio di sperimentare nuove strade…Non corriamo nessun pericolo. PEGGIO DI COSI’ POTREMMO STARE? La risposta potete darvela da soli.