Tre giorni passarono e arrivò il momento, per la madre di Bintou, di uscire dalla capanna dove è rimasta tutto questo tempo aspettando che un sogno le svelasse il nome del figlio in arrivo, il nuovo fratello della nostra piccola amica.
Fu preparata una festa per l’uscita della madre dalla capanna. Un corteggio di donne si mosse per prendere la madre di Bintou e accompagnarla fino al centro del villaggio, dove le anziane aspettavano. C’era una sedia decorata con tessuti e cuscini dorati, dove fu fatta sedere. Ancora prima che potesse accomodarsi davanti agli sguardi curiosi della nostra amica e del villaggio intero, ecco una voce che sussurrò:
“Allora, chi devo annunciare? Qual è il nome di questo bimbo?”
La madre di Bintou rispose:
“Il nome non lo so, o meglio non mi è stato rivelato chiaramente, ma condivido il sogno che ho fatto. Ho sognato che io non era incinta e che nel mio ventre c’era soltanto acqua. Ho sognato che la nostra piantagione si era seccata e da molto tempo non pioveva. Ho sognato che la nostra terra era bagnata soltanto dalle nostre lacrime di tristezza. Durante il sogno ho invocato Olorúm, che mi ha risposto dicendo ‘ecco che dal tuo ventre uscirà molto più che un bambino, sarà colui che porta con sé il sangue del giusto, dell’imparziale, ecco che darai alla luce un re che rinascerà da te perché al tuo popolo non manchi mai nulla, perché lui genererà nuovi cammini, sarà un inventore, penserà a nuove forme di piantare, di raccogliere e di vivere. Allora niente più mancherà a tutti voi. Ma prima di questo lui dovrà riconoscersi in quanto capo del tuo popolo, e sapere bene di chi è figlio. Per riuscire in questo dovrà essere aiutato da sua sorella e da tutti voi. Allora quando lui nascerà dovrete accoglierlo come un re, lasciatevi guidare da lui e lui vi guiderà per sempre. Sarà giusto, grande e amorevole, dalle mani pesanti e dal tocco lieve, e a lui si arrenderanno le nazioni. Ma lui non starà qui a lungo, perché il suo tempo è altro e il suo posto anche. Ma fino a quando sarà qui riempirà di allegria tutto quanto è intorno a lui. Allora ringrazia e ricevi questi dono degli Orixás, lui è venuto per guidarti e anche se nascerà da te ci saranno momenti in cui sarà tuo padre e non solo tuo figlio. Come lo chiamerai? Lascia parlare il tuo cuore’. Ecco, questo è il sogno che ho fatto.”
Quando la madre di Bintou terminò di parlare un silenzio profondo cadde sul villaggio. Cosa si stavano domandando tutti quanti? La nostra amichetta riusciva solo a chiedersi in che modo avrebbe potuto aiutarli questo suo fratello descritto da Olorúm come un essere così perfetto.
Il silenzio fu interrotto da una voce roca, che veniva da una delle anziane, Kadila, proprio lei che quasi mai parlava. E cosa disse?
“Adila, Adila. Così chiamerai tuo figlio. Adila, perché lui sarà il giusto e l’imparziale.”
Dopo queste parole, la mamma di Bintou fu sorpresa dai dolori del parto. Proprio in quel momento. E la sedia dove ancora si trovava fu inondata dalle acque del sacco amniotico, che si era appena rotto. Fu allora accompagnata dalle donne del villaggio fino alla capanna della nonna di Bintou e non molti minuti dopo, senza grande sforzo, venne alla luce del mondo Adila, grande e forte.
Fu subito bagnato nelle acque di Oxúm, coperto con gli oli delle più pure essenze e infine involto in panni di candido cotone.
Furono tre giorni di festa per salutare l’arrivo di Adila e Bintou seguì sua madre tutto il tempo, mentre nella sua testolina brillante pensava:
“Io sono contenta e sono qui. Quando mio fratello avrà bisogno di me sono pronta!”