Gli altri Mondi
Papa Francesco, finita la luna di miele. Ci si avvicina al secondo anno del pontificato di papa Francesco con una Chiesa divisa e raggelata. La linea di papa Francesco incontra sempre più ostilità, muri contro, colte prese di distanza. Che mi vanno bene, le rispetto: sono chiare, trasparenti. Il vero male è un altro: è il sì untuoso e gelatinoso a papa Francesco. L’elogio opportunistico. La condivisione moralistica.
Tutti i cristiani – senza eccezioni – devono sentirsi interpellati dal papa venuto da lontano.
Chi parla in nome del vangelo riguarda tutti.
Nessuno può dire: a me quelle parole non riguardano.
Spiacevoli morti
Il legale di Costa Crociere definisce “spiacevole” il fatto che la nave genovese abbia provocato 32 morti.
L’Italia che comanda tace o bisbiglia sui 700 morti in mare.
Spiacevoli morti da nulla.
In attesa che l’Isis ci recapiti nel nostro computer la foto di un bimbo che uccide o un macellaio che decapiti la testa dell’ultimo malcapitato.
Ormai la morte, l’assassino, la violenza sono sul confine tra piacere e il non piacere.
Piccoli spiacevoli episodi da nulla.
Salvini e Don Milani
Salvini dal palco di Roma ha invitato a leggere i libri di don Milani.
Temo che lui non abbia letto neppure una riga delle opere del priore di Barbiana.Proprio in questi giorni di 50 anni fa, don Milani scrisse una lettera di fuoco ai cappellani militari in cui -cito solo una frase- sosteneva questo: “Se voi cappellani avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri miei stranieri”.
Crocifissi in Kenya
Lo so, noi cristiani, abbiamo tante colpe. Abbiamo fornicato con il potere. Abbiamo discriminato i fratelli atei, i musulmani, gli ebrei. Avete ragione ad avercela con noi.
Però, domenica, vi supplico, venite a messa. Non per pregare, non per tradizione, semplicemente per esprimerci vicinanza, per dire anche voi, dopo quello che è successo in Kenya: non possiamo non dirci cristiani.
Scambiamoci il segno della pace perché oggi siamo noi i crocifissi in Kenya e in tante altre parti del mondo.
Siamo noi le vittime.
E solo riconoscendo i crocifissi della storia, cristiani, atei, musulmani,ebrei, buddisti, neri, gialli e bianchi, solo nel segno della pace sarà davvero Pasqua.
Auguri a tutti nel segno del Golgota.
Machete e Rasoi
Lo vedi con il machete brandito per aria che lo sta per scaraventare addosso al collo inchiodato al legno di un povero venditore di collanine e pensi quanto è lontana la barbarie.
Poi leggi che Salvini vuole radere (che suona come distruzione di guerra, come rasoio che taglia vite e speranze) i campi dei nomadi, e dici: cazzo con Salvini ci ho parlato nei giorni scorsi, era alle Giubbe rosse e gli ho ricordato che era il ritrovo negli anni Trenta di scrittori e poeti come Montale.
Poi un altro leghista che alla Zanzara dice che a Genova i poliziotti hanno picchiato poco.
Giù botte, violenza, rasoiate, teste mozzate…
I sindacati di polizia protestano per la violenza negli stadi…
A loro piace entrare nelle scuole indifese…
Ho paura. Molta paura.
Sprechi
Meno cinque giorni alla grande sfilata.
La vedo che organizza e crea.
Non credo che i giovani di oggi siano migliori o peggiori di noi quando avevamo vent’anni.
I paragoni, in questo campo, sono luoghi comuni e spesso riflettono una prigrizia spirituale a capire l’anima dei ragazzi.
Quello che non hanno o lo hanno in misura ridotta è l’opportunità di esibire i talenti nascosti.
Quando si legge che quasi un giovane su due (o giù di lì) non ha lavoro io penso ad uno spreco di risorse spirituali e economiche incredibile.
È come chiudere gli Uffizi. O tutte le opere d’arte del mondo.
Poveri di noi stessi.
Senza l’alba che ti illumina la strada e la vita.
No
No.
È il segno triste dei tempi.
La boccata d’aria che ti respingono in bocca.
La cattiveria e il cinismo prodotti dalla crisi.
C’è chi non molla.
Altri non ce la fanno.
Questo Paese ha bisogno di tanti sì.
Perché dietro un sì si può nascondere il bluff ma anche il talento.
Se tu spari No colpisci la modestia ma anche la creatività-
Spari nel mucchio.
Il vestito di Lina
“Nel piccolo museo della pace di Sant’Anna di Stazzema c’è un angolo che ricorda Auschwitz. È quello dell’album dei giovani martiri: Anna, 20 giorni, Roberto 5 anni, Marisa 12 anni. E l’elenco è lungo. Troppo lungo. Poi le foto di donne con pance piene di vite mai sbocciate.
E, infine, una teca di oggetti rinvenuti nell’inferno della strage del 12 agosto del 1944 in cui i tedeschi uccisero 560 civili, uomini, donne, bambini: un bambolotto con un labbro rosso di sangue, un biglietto da 100 lire, molti anelli, una piccola sveglia e il vestito della festa della giovane Lina, che lo nascose perché non venisse bruciato. Ci teneva a quel suo vestito pagato con tanti sacrifici. I nazisti non ebbero pietà. La uccisero. Lina il suo vestito della festa non l’ha mai potuto indossare, ma è riuscita a sottrarlo alle fiamme. E ora quel vestito color azzurro ci parla di Lina, dei suoi sogni di giovane donna”.
Così inizia l’articolo che scrissi il 24 marzo di due anni fa per la visita a Sant’Anna di Stazzema dei presidenti della Repubblica italiana e tedesca, Giorgio Napolitano e Gauck. Ieri sera, guardando in tv il programma di Fazio, dove c’è stato un bellissimo collegamento con Stazzema, ho sperato di vedere apparire il vestito di Lina. E nel mio cuore ho sognato di vedere apparire anche lei, la giovane Lina con il suo vestito azzurro.