Possiamo cominciare con la domanda forse più attuale e allo stesso tempo più antica, ovvero quella relativa al tema delle relazioni tra Cuba e USA. Qual è la sua opinione rispetto alle recenti dichiarazioni del presidente Obama circa la volontà di mettere fine all’embargo? Lei ritiene che riuscirà a convincere il Congresso?
È una situazione difficile. Ci fa piacere che il presidente Obama abbia detto quelle cose, è interessante, ma di qui a realizzarle è molto difficile, perché il Congresso degli Stati Uniti, soprattutto il Senato, è composto nella sua stragrande maggioranza da repubblicani e i repubblicani sono molto reazionari…
Non sembra molto fiduciosa…
No…io sono una persona che ha sempre bisogno di vedere per credere!
In ogni caso, però, accada quel che accada, credo sia d’accordo sul fatto che qualcosa sta prendendo una direzione inedita nelle relazioni tra Cuba e Stati Uniti. Un esempio molto concreto ne è la liberazione dei tre prigionieri politici che ancora erano detenuti negli USA…
Sono cose che fanno pensare…perché è vero che il governo degli USA ha rilasciato tre prigionieri di origine cubana, ma è altresì vero che anche Cuba ha liberato due prigionieri, uno statunitense e uno di origine cubana, dunque in realtà si è trattato di uno scambio. Inoltre, proprio nel momento in cui stiamo effettivamente cominciando un dialogo -ad esempio sulla possibilità di avere un’ambasciata in ogni Paese-, ecco che proprio in questo momento gli USA minacciano di invasione il Venezuela. Ma che relazioni si possono avere con un Paese che minaccia un Paese nostro fratello in quel modo? È praticamente impossibile. Inoltre Cuba l’ha già dichiarato ufficialmente: il Venezuela non è solo e noi saremo a fianco del popolo venezuelano fino alle ultime conseguenze.
Quello che ci sta dicendo è che le relazioni tra Cuba e gli Usa non dipendono solo dalle politiche che gli Usa applicano con Cuba, ma anche da quelle che applicano con gli altri paesi.
Ma certo! Perché il nostro rapporto con gli Stati Uniti non può non essere condizionato dai rapporti che gli USA hanno anche con gli altri Paesi…soprattutto quando sono in pericolo la sovranità e la vita di un altro popolo. È impossibile che Cuba non reagisca di fronte a ciò. Noi abbiamo bisogno che ci tolgano l’embargo, vogliamo che ce lo tolgano, o meglio, lo esigiamo, perché è un diritto del popolo cubano commerciare liberamente con qualsiasi Paese del mondo. È un nostro diritto e lo stiamo esigendo. Ma in nessun modo e in nessun caso Cuba smetterà di essere il Paese che è stato fino ad oggi: solidale, determinato, indipendente. Pertanto manterremo l’indipendenza delle nostre relazioni e decideremo se e con chi avere le migliori relazioni del mondo o non averne affatto.
Per questa e molte altre ragioni, non solo gli USA hanno criticato molto la politica economica della Cuba post-rivoluzionaria. La maggior parte della stampa e i media in generale accusano Cuba di essere un regime totalitario, privo di libertà. Ci piacerebbe conoscere la sua opinione e chiederle quindi che cosa è una democrazia per lei?
Anzitutto, democrazia viene da una parola greca che significa potere del popolo. Se tu sei in grado di dirmi quale Paese europeo può vantare il potere del popolo, allora mi insegni qualcosa di nuovo, perché a quanto ne so nessuno può farlo.
Però possono replicare facendo riferimento alla libere elezioni…
Dipende da cosa intendono per libere elezioni! Noi siamo molto più liberi di eleggere i nostri dirigenti. Non dipendiamo da diversi partiti politici, è il popolo che nomina i candidati dalla base. Questo è molto più democratico e più libero. Io non dipendo da un partito che deve presentare una lista o un rappresentante, io dipendo da un essere umano che è al mio fianco, che rispetto e ammiro, e che propongo come mio dirigente. È mio diritto come cittadino e posso farlo.
Dalla base, ogni due anni e mezzo, eleggiamo l’Assemblea Municipale. Ogni cinque anni abbiamo le elezioni provinciali e nazionali sulla base delle proposte di tutti i Centri di Lavoro presenti sul territorio municipale. Dopodiché inviamo le proposte a una Commissione Elettorale costituita dall’Assemblea Municipale che assegna alla stessa Assemblea Municipale due schede elettorali: una per la Provincia e una per la Nazione. Se l’Assemblea Municipale, all’unanimità, al 100%, le approva, si chiama il popolo alle urne per le votazioni. È molto diretto e facile. Inoltre possiamo esigere molto da tutte quelle persone che eleggiamo e che devono renderci conto.
Tra i detrattori più combattivi di Cuba e del sistema cubano troviamo la blogger Yoani Sanchez che quasi quotidianamente denuncia violazioni dei diritti umani, delle regole democratiche, in quello che definisce un sistema liberticida. Cosa pensa di questa giornalista?
Che fa ridere, per non dire che fa pena. La verità è che questa signora è molto incoerente. Se vai a leggerti anche la stampa italiana, quindi di un Paese del cosiddetto primo mondo, capitalista, ti accorgerai che è stata totalmente screditata. Un giornalista ha denunciato che razza di essere umano è questa donna e come si vende al miglior acquirente…
Sta parlando del suo traduttore italiano…(Giordano Lupi)
Certo, lo trovi tranquillamente sulla stampa italiana… Ma oltre a ciò, questa signora è capace ad esempio di sostenere che il sistema educativo cubano è fallimentare, ma dove sta studiando suo figlio? In un’università cubana e lei avrebbe il denaro sufficiente per mandarlo a studiare negli USA se volesse, perché la pagano moltissimo per tutte le stupidate che dice su Cuba. Eppure dove studia il bimbo? A Cuba. E chiedile se mai qualcuno ha torto un capello a quel ragazzo. Tutti sanno di chi è figlio, e nessuno se la prende con lui. Che studi…va bene…è un suo diritto come cittadino cubano. È una persona che denigra il suo proprio popolo, ma il popolo non gli fa il minimo caso…
L’altro giorno è uscita una dichiarazione della Sanchez dove dice che un tempo si urlava Yankee go home e ora tutti sono pronti ad cantare yankee welcome…
È proprio strana. A volte fanno davvero ridere le cose che dice. Guarda, ad esempio, l’hanno pagata per recensire il miglior ristorante familiare che c’è a Cuba e così ha scritto dei 20 migliori ristoranti che ha visitato. Subito dopo ha pubblicato un articolo nel quale sostiene che suo figlio soffre la fame a Cuba. Ma che razza di madre sei che vai a mangiare nei venti migliori ristoranti del tuo Paese e poi dici che tuo figlio soffre la fame!? Ma dai…tu credi che si può rispettare un essere umano come questo? Non mortificarmi, parliamo di cose serie per favore!
Ha citato il sistema educativo cubano, che insieme al sistema sanitario, sappiamo tutti essere un’eccellenza mondiale. Tuttavia è anche vero che c’è molta povertà a Cuba…
Sì, c’è povertà, ma non c’è miseria. Sono due cose diverse. Siamo poveri. Siamo un Paese del cosiddetto terzo mondo. L’embargo è una cosa che solo chi la vive può sapere di cosa stiamo parlando, ma miseria non ce n’è.
Ce lo spieghi. Cosa significa l’embargo per un cubano?
Significa che il tuo Paese non può fare cose che vorresti. Ad esempio internet. Tutti parlano della possibilità e della libertà che rappresenta internet. Ammesso e non concesso che sia così, ma comunque… Come possiamo avere internet se passa dagli USA e ce lo fanno pagare un occhio della testa?…come lo paghiamo? Non abbiamo la possibilità di farlo. Perciò internet rimane nei grandi centri di ricerca, nelle grandi università, ma non abbiamo la possibilità di fornire internet alle case…sono molto poche… solo per i giornalisti, gli scrittori… di più non possiamo fare…
A parte internet, che può essere considerato anche come un lusso o qualcosa di poco necessario, ci faccia qualche esempio concreto e quotidiano di ciò che implica l’embargo per un cubano.
Che te ne pare di una bambina di otto mesi? Ti sembra un buon esempio? Una bambina con una patologia al sistema digestivo che sanguinava dalla bocca e che aveva bisogno di una medicina con licenza specificamente statunitense. Cuba aveva il denaro per acquistare questa medicina ma nessuno ce lo voleva vendere, perché se l’FBI risale a chi ci ha venduto quel farmaco potrebbe sanzionare l’impresa con una multa tra i 5 e i 10 milioni di dollari oppure potrebbe far ritirare il capitale statunitense investito in quell’impresa o, ancora, potrebbe impedire che i prodotti di quell’impresa si vendano nel mercato statunitense. Chi commercia con Cuba con questi rischi? E ciò riguarda i farmaci, gli alimenti, le tecnologie, riguarda tutto. È una situazione molto difficile per sviluppare un paese se non puoi acquistare qualcosa di cui hai bisogno solo perché non te lo vendono.
Prendi come esempio le abitazioni. Cuba ha un serio problema di abitazioni. Ma non può prendersi il lusso di costruire case economiche. Non può, perché siamo in un’area ciclonica. E quando arriva un ciclone restiamo di nuovo senza case. Dunque dobbiamo costruire con criterio. Bisogna fare costruzioni stabili e durature, ma il materiale di cui abbiamo bisogno non lo produciamo noi. Dobbiamo comprarlo. Come fare? A volte sono 3-4 gli intermediari che dobbiamo utilizzare affinché l’FBI non risalga a chi ci ha venduto il materiale. Ma quando arriva a noi, qual è il prezzo di quella merce? Tre, quattro, cinque volte superiore al di per sé già alto prezzo di mercato. Pensa cosa significa per Cuba. Inoltre Cuba non possiede grandi navi mercantili, pertanto se vuole andare a prendere mercanzie in qualche luogo lontano dove siano disposti a vendercele, bisogna pagare le navi. Ma la stessa legge dell’embargo, dice che ogni nave che tocchi un porto cubano non può approdare negli USA per almeno 6 mesi. Cosa fa il proprietario della nave? Ci chiede 3-4 volte quanto chiederebbe normalmente. Questo rende incredibilmente difficile la vita del popolo cubano.
Lei è figlia di Ernesto Guevara. Vorremmo chiederle se vuole condividere con noi un suo ricordo. Sappiamo che morì in combattimento quando lei era ancora molto piccola…
Lui andò in Congo molto prima. Io avevo solo 4 anni e mezzo. Mio papà portò il messaggio della rivoluzione cubana in molti paesi del mondo. Durante il tempo che restò a Cuba fu ministro dell’industria, in un paese eminentemente agricolo…immagina il lavoro che aveva! Lavorava 16 ore al giorno e lo vedevo molto poco. Ho solo dei flash nella memoria. Ricordo un giorno che mi svegliò molto presto, alle 6 o 5 e mezza del mattino, per portarmi con lui una domenica a un lavoro di volontariato. Quello era il solo tempo che aveva per stare con me. Ricordo che c’era gente ad aspettarlo davanti alla piantagione. Ci facemmo strada lungo un lato della piantagione ed entrammo da lì, senza farci vedere. Lui si mise a tagliare canna da zucchero e mi mise a sedere su un mucchio di canna, mi pelò una canna e me la diede da mangiare. Mentre tagliava la canna lui mi parlava. Io dovevo avere circa 4 anni, e restai molto tranquilla mangiando la mia canna e ascoltando quello che mio papà mi diceva. Ora non chiedermi cosa mi diceva perché non ne ho la minima idea, ma doveva essere qualcosa di molto interessante per me, perché un bambino a quell’età non è facile che stia così tranquillo!
Ho anche un altro ricordo. Forse l’unico che è davvero nella mia memoria personale…perché molti ricordi mi sono stati tramandati da altre persone…ma questo è solo mio. Siamo nella camera di mia madre, lei è in piedi e indossa una vestaglia azzurra che portava spesso in casa, tutta bordata di bianco, che non dimenticherò mai, e la testolina di mio fratello è appoggiata sulla sua spalla, e mio papà è dietro di lei, vestito da militare, con una mano molto grande e accarezza la testolina del bebè con una dolcezza straordinaria… Io avevo solo 4 anni e mezzo, e ricordo esattamente quello che ti sto raccontando. Questa immagine è perfettamente presente nella mia memoria. Come può una bambina ricordarlo? Solo ed esclusivamente perché c’è qualcosa di speciale in quell’immagine e doveva essere la tenerezza di mio padre nell’accarezzare la testa del bebè. Questo mi è rimasto impresso sempre. Ed è stato molto bello per me. Perché è una delle cose belle che ricordo di un padre che praticamente non ho goduto ma che sapevo che mi amava, che ci amava tutti.
Qual è l’eredita più importante che le ha lasciato suo padre?… a parte la somiglianza fisica, perché gli assomiglia molto nello sguardo…
Sì, ho qualcosa di suo…ma ho anche cose di mia mamma e se ci vedi insieme capisci che sono figlia di mia mamma anche… Io penso che l’eredità più importante me l’ha lasciata permettendomi di crescere e di vivere con un popolo come il mio. Avendo determinato insieme a Fidél un processo rivoluzionario profondo nel popolo cubano e avendomi permesso di crescere qui, mi ha resa un essere umano con la capacità di amare e credo che questa sia la cosa più bella che può avere una persona. Dedicarsi a una causa e che tu sia capace di godere della tua professione ed essere utile al tuo popolo. Questa è la cosa più bella credo che mio padre lasciò a tutti noi: la fiducia nel nostro popolo, l’amore e il rispetto per la nostra gente e la fedeltà fino alle ultime conseguenze.
Un’ultima domanda. Oggi la realtà è sempre più capitalistica e consumistica. Il valore più utile sembra essere il denaro e non sappiamo più dove stia di casa la felicità. Per lei cos’è la felicità?
Io mi sono formata come militante del Partito Comunista Cubano. Questo però non significa che siamo stupidi. Ci piace vivere bene, avere belle cose, ma non a scapito di altri esseri umani. La cosa più bella è avere la capacità di vedere crescere il tuo popolo, vederlo svilupparsi e godere con il tuo popolo delle cose belle che hai. Tutte le volte che c’è qualcosa di nuovo e bello a Cuba e che è nostro per davvero ci sentiamo soddisfatti. Allo stesso tempo però io sono molto felice quando sto con i giovani latinoamericani che sono stati educati nella scuola di medicina cubana, la ELAM. E quei ragazzi, quando parlano di Cuba, del mio Paese, lo fanno con tanto amore che ci si riempie di orgoglio. Condividere del tempo con loro, come faccio a volte, lavorare con loro, aiutarli, mi riempie di un’energia straordinaria e mi fa sentire felice come persona. È come una madre che vede il frutto del suo lavoro e vede i suoi figli crescere come brave persone, capaci di amare altri esseri umani, questo ti dà una felicità straordinaria. Io credo che la felicità sia sentirsi bene con se stessi, sentirsi soddisfatti di quello che si fa. C’è uno scrittore dell’epoca sovietica che ha scritto un libro intitolato: “Come fu temprato l’acciaio”, e una frase che mette in bocca al protagonista recita che bisogna vivere in modo tale che quando sopraggiunge la morte non si provi dolore per gli anni passati invano. Io credo che se un essere umano deve congedarsi da questa vita e lo fa con la consapevolezza che ha lasciato qualcosa di buono per gli altri, quella persona, indiscutibilmente, è stata felice.