Tutti ne scrivono, ma niente si muove. Quando le immagini delle ruspe e delle radici degli ulivi secolari del villaggio di Cremisan hanno cominciato a fare il giro del mondo, tutti hanno descritto la folle condizione dei proprietari di quelle terre, da anni aggrappati ad una sentenza della Corte israeliana che, dopo aver illuso di fermare l’assurda decisione di annessione di un’intera collina, ha lasciato il posto all’abbattimento di tutte le piante di ulivo.
E le foto le hanno viste tutti. Ma è finita lì.
Quando poi si è diffusa la scena dell’aggressione del soldato al parroco e quelle decisamente inusuali della Messa celebrata esattamente lì, con l’altare picchettato dai militari, visto che le famiglie vittime di questa violenza sono della parrocchia di Beit Jala, allora tutti hanno alzato il tono della disapprovazione. Ma niente ha fermato le ruspe né coloro che hanno preso e approvato quella decisione.
D’altra parte, niente di nuovo. Molte cose stanno accadendo nei Territori Palestinesi Occupati. Dagli attacchi dei coloni alle rappresaglie dei soldati nei villaggi palestinesi con numerose vittime civili, all’agenzia dell’ONU per i rifugiati del 1948 (UNRWA) rimasta senza più finanziamenti con 700 scuole che non potranno riaprire. Dalla mortalità infantile sempre più elevata a Gaza, alla Spianata delle Moschee minacciata dagli estremisti religiosi ebrei che intendono occuparla con il Terzo Tempio. L’espansione delle colonie illegali subisce una continua accelerazione. Tutti lo sanno, ma non fa più notizia.
Solo un particolare. Un piccolo vantaggio mediatico ha permesso alla notizia di Cremisan di restare un giorno in più sui giornali, semplicemente essendo questo villaggio nei dintorni di Betlemme e soprattutto perché la sensibilità dei media occidentali è rimasta turbata dalle immagini di preti e suore che si oppongono ai soldati, e preghiere e processioni sullo sfondo di blindati e scudi.
Noi di Pax Christi, che da anni coltiviamo amicizie fraterne con queste famiglie e veniamo ospitati con una premura indimenticabile nelle loro case, restiamo attoniti per questo crimine ripetuto e inascoltato che colpisce non solo i cristiani e non solo Betlemme. Certo, ancora una volta aggiungiamo la nostra denuncia alle mille che arrivano ai giornali e ripetiamo al Governo italiano: perché tacere e fingere di non vedere, come ha recentemente fatto il presidente del Consiglio Renzi? E come mai nessuno si scandalizza della nomina ad Ambasciatrice di Israele in Italia della signora Fiamma Nirenstein, che abita proprio in una di quelle colonie illegali che stanno devastando le terre attorno a Betlemme?
La foto di abuna Ahktam, indomito pastore che difende i diritti della sua gente, non la si vede più nel web, e forse anche questo comunicato è ormai… vecchio. Tutti ne hanno parlato, tutti ne hanno scritto e dato notizia, ma nessuno ha il coraggio di fermare Israele.
C’e’ un solo popolo occupato senza distinzioni di religione, tutti sono palestinesi e tutti sono arabi.
Chiediamo in particolare alle comunità cristiane di accogliere il grido accorato del parroco che con la sua gente ci ha implorato: “Fate qualcosa, muovete la gente, fate conoscere quest’incubo. Riunite tutti coloro che cercano davvero la pace. Non possiamo lasciarli continuare così!”
Firenze, 25 settembre
Pax Christi Italia
PS: Pax Christi International ha celebrato proprio a Betlemme lo scorso mese di maggio, la sua Assemblea Mondiale, denunciando con forza la colonizzazione della terra palestinese ed esprimendo solidarietà a tutti coloro che resistono con la nonviolenza ai soprusi quotidiani dell’esercito di occupazione.
Chiediamo anche a te di inviare questo comunicato all’Ambasciata di Israele a Roma:
Ambasciata d’Israele in Italia, Via Michele Mercati, 14 – 00197 ROMA
Tel 06-36198500 Fax: 06-36198555 – Email: cons4@roma.mfa.gov.il