Erri de Luca è stato assolto dall’accusa di sabotaggio nel processo NO TAV: perché il fatto non sussiste.
Io dico un atto dovuto, ma la cosa non mi accontenta ancora perché non riesco ad accettare l’idea che si possa, da parte di uno Stato, anche solo mettere sotto accusa una opinione!
E quindi che paura abbiamo?
Con la democrazia si riconsegna la parola al sovrano, il popolo, con la democrazia si risolvono i problemi, con la democrazia si vince la paura, con la democrazia si costruiscono dighe alla disuguaglianza e alla corruzione. Usciamo da questo gioco delle tre carte a cui giocano…, diventiamo coraggiosi.
Perché é pericoloso essere sinceri, a meno di non essere anche stupidi.Abbiamo bisogno di parole autentiche, credibili, vere, nude. Perché le parole non sono mai neutrali. Sono di parte, le parole. Per taluni sono solo l’indumento servile delle idee ma al contrario le parole sono la luce dei pensieri. Sono relazione. Sono ponti, le parole. Troppo spesso la parola è umiliata a rango di merce e venduta come schiava nel mercato della discussione. Usata e usurata dall’effetto e dal calcolo. Pallone per un dribbling contro l’imbarazzo o il torto marcio. Parole umiliate e sottomesse che servono a umiliare e sottomettere.
Per questo attendo il giorno in cui le parole decideranno di ribellarsi e di trasformarsi in racconto e vita. Di riprendersi la propria dignità per accettare sì l’impegno del servizio, ma solo della verità. Il giorno in cui saranno le parole a guidare i pensieri oltre ogni diplomazia e dialettica, spoglie da camuffamenti, libere dalla finzione, si trasformeranno in mattoni da costruzione e non accetteranno più d’essere pietre scagliate dalla fionda della malevolenza. Né d’essere melliflue ed esili per nascondere come carta velina l’astio e l’ostilità, l’invidia o l’inimicizia.
Parole nude, parole di parte, gravide di vita.
Infine, mi sono ampiamente stancato di vedere in TV pubblicità tristissime di presunte Ong che mostrano senza rispetto per le loro condizioni bimbi denutriti, ammalati, storpi, al solo scopo di richiamare l’attenzione. Ormai è una continua pressione quotidiana sui sensi di colpa. Chiedono soldi, sempre soldi, solo soldi. Non altro. La cosa mi stupisce molto. Perché senza un’azione politica a sostegno, queste Ong non risolvono nulla.
Sia ben chiaro, credo fortemente al sostegno di piccole e significative comunità che si pongono in modo alternativo ad modello economico dominante, potrei citarne a volontà. Una per tutte, il Movimento dei Senza Terra del Brasile.
Perché i soldi non mancano ai governi ricchi e a molti governi locali, per risolvere i problemi di base degli stati più poveri. Risorse ce ne sono in abbondanza. E’ solo questione di organizzazione, di volontà, di qualità degli amministratori locali, di controllo diretto delle risorse. La pressione la si faccia sui governi, lì si annidano responsabilità criminali.
Il Direttore