Il Vangelo ci dice: “Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.
Quando penso alla parola umiltà, penso a San Francesco di Assisi. Non lo immagino come uomo sottomesso, abnegato, prostrato… Al contrario, lo percepisco interiormente forte, sapiente, limpido, consapevole dei propri limiti, confini oltre i quali si affida agli altri, alla vita, a Dio.
Francesco è costantemente in contatto con sé stesso, quotidianamente innestato nel ceppo dell’amore, che riceve linfa dalla terra (humus) e luce dal cielo. Conosce le sue fragilità, sa cosa lo fa stare bene e ciò che lo fa soffrire, esprime le sue esigenze, va all’essenziale, sogna!
È proprio questo suo essere ancorato alle radici e al suolo che gli permette di alzarsi verso l’alto ed è questa umiltà poetica e potente che alimenta in noi sogni di santità: mette insieme povertà e dolcezza, compone il cantico delle creature, permette un dialogo vero con la natura, con la bellezza, con l’umanità, con sé stesso.
L’umiltà è l’inizio di ogni cammino onesto, senza di lei non è pensabile neppure muovere un passo.
L’umiltà è concreta se la porto dentro, se oso fare gesti delicati, autentici.
Oggi, per me, umiltà significa:
1- occuparmi della mia vita, cercare il mio Nome, il mio posto.
2- Parlare di meno, ascoltare di più, farmi le domande giuste.
3- Fare silenzio per non coprire le piccole voci.
4- Domare il mio orgoglio, rimanere nella mia energia (Etica).
5- Non essere invadente, servire gli altri, addolcirmi.
6- Accettarmi come sono, avere una visione onesta del tutto, estirpare l’invidia e la competizione dal mio cuore.
7- Accogliere le mie e altrui imperfezioni, smettere di pensare che è sempre colpa degli altri. Sorridere. Attendere e non pretendere.
8- Rispondere con tono mite al fracasso del male, abbondare di pazienza, comprensione, benedizioni.
9- Non giudicare, non giudicarmi.
10- Eliminare le paure, le rigidità e mettermi a servizio di Qualcuno più grande.
11- Lasciare fare alla vita: è lei la maestra migliore, specialmente quando mi tocca nell’orgoglio, nei fallimenti e negli insuccessi, nelle cadute…
“Ci vogliono molte piccole umiliazioni per acquistare un granellino di umiltà”, diceva Maria di Campello. E aggiungeva ancora: “La piccola chiave dell’umiltà apre il cielo e i cuori”.