Che senso avrebbe un corpo materiale in una realtà immateriale, quando il riferimento spaziale è il potere d’acquisto?
I Santi che hanno posto le basi per le tante religioni possono essere stati credibili quando hanno inteso porre i fondamenti etici dei comportamenti umani nei contesti nei quali hanno operato, ma sono caduti in gravi errori quando hanno voluto descrivere l’ultraterreno, perché non è immaginabile. In cielo con il corpo, e per che farne? Sarebbe stato decisamente ingombrante.
No. Siete nati e morti come uomini, donne, bambini, bambine, neri, bianchi, gialli, rossi, marroni e tale dovevate abbandonare questo mondo.
I moderni profeti della politica vi assolvono, avete pagato la colpa di essere provenienti da ogni dove. Il fondo del mare è abbastanza ampio per ospitarvi, non l’italica terra emersa.
Non potevate, non dovevate provarci, non ne avevate diritto. Non si muore di fame, non si muore di sete ma si muore solo quando cascano le bombe.
Non dovevate, non potevate provarci perché i vostri soleggiati paesi di origine sono mete ambite dall’occidentale turismo che rispetta la vostra autonomia e la vostra integrità.
Non dovevate, non potevate provarci perché non siete delle persone ma dei numeri.
Non dovevate, non potevate provarci perché il governo mondiale vi chiede il senso della vostra vita che reputa assurda, incomprensibile per quanto costate all’erario.
Voi avete risposto dal fondo del mare che la vita è certo incomprensibile ma non assurda, anche se può sembrarlo: giacché non se ne capisce il senso si è indotti a ritenere che non ne abbia, in quanto apparentemente dominata dal caso…
No, non vi è un senso della vita, semplicemente perché non ve n’è uno solo, ma tanti quante sono le storie di ciascun essere umano e le ragioni per cui si nasce, si vive e si muore. Il senso dell’esistenza umana è inconoscibile agli uomini.
L’ordine era e rimane chiaro:
L’Europa non deve, non può in nessun modo impedire che il prezzo foste voi.
Il giorno di quei giorni, la notte di quelle notti. La terra era vicina, in vista. L’isola dei conigli aveva fatto sfoggio di tutto il suo fascino. Oramai il peggio era alle vostre spalle ma l’acqua aveva diversamente deciso. Urla e grida riempirono il notturno paradiso delle tartarughe, non di uomini e donne. L’acqua s’intrufola in ogni fessura, da una bocca ad un’altra, da una stanza all’altra; sfonda porte e barricate alla disperata ricerca di quelli che le moderne leggi chiamano “coloro che vivono all’ombra”: clandestini.
Il bambino terrorizzato s’intrufola tra le gambe della madre che si allargano per fargli spazio ma li, si è ormai stretti, non ci sono prese, non si ricorda più come fu venire in questo mondo. Troppo tardi.
Viene strappato via e trascinato sul fondo e, come tanti altri, guarda, terrorizzato. Da ogni risacca ne escono a centinaia, sembra l’esodo di una città di miserabili, nuotano a stento, si riparano dalle onde come possono, qualcuno ha una coperta sulle spalle, gli altri, nudi. Sono centinaia, alcuni sembrano instupiditi quasi da non sentire più nulla, gli altri, fermi.
E tu, dov’eri?
Lo strazio delle madri, dei padri alla vista dei figli con la carne strappata, i corpi sventrati.
Dov’era la legge?