Siamo quasi costretti a parlarne perché c’è un silenzio vergognoso ad accompagnare quanto sta succedendo in un piccolo lembo di terra situato tra Gerico e Gerusalemme. Si tratta della scuola di Gomme frequentata da circa 200 bambini che da anni abitano il villaggio beduino di Kahnal Ahmar. La scuola è stata costruita dalla ONG Vento di terra con l’aiuto della Cooperazione Italiana e della CEI. Costruita in maniera innovativa con pneumatici di scarto – esempio di architettura bioclimatica – perché il governo israeliano proibisce di erigere strutture in muratura in quella zona. Domenica scorsa (19 febbraio) l’esercito israeliano ha circondato la scuola impedendo le lezioni e preannunciandone la demolizione. La scuola si trova nell’Area C degli accordi di Oslo e nel Corridoio E1 che gli israeliani hanno individuato per la costruzione di un altro muro di separazione che dividerebbe definitivamente i territori palestinesi del nord da quelli del sud e inoltre è troppo vicino a una colonia israeliana. Poco importano gli accordi internazionali, i Trattati e la sentenza della Corte Suprema Israeliana che nel 2014 ha chiesto a coloni e beduini di trovare un accordo ribadendo il valore sociale della scuola. Ancora una volta si persegue la logica dei muri che deve prevalere sulle persone. Tra l’altro quella scuola è stata costruita anche con i nostri soldi di contribuenti. Facciamo sentire la nostra voce firmando la petizione indirizzata alle istituzioni europee e al nostro governo per salvaguardare il diritto all’istruzione di quei bambini.