L’onda d’odio che avanza nel mondo, e chiaramente in Brasile, discriminazioni contro afrodiscendenti, nordestini, indigeni, donne, e i membri del PT (Partito dei Lavoratori), per non dire dei rifugiati e dei migranti respinti dall’ Europa, le misure autoritarie del presidente Donald Trump contro immigranti mussulmani stanno facendo a pezzi il tessuto sociale della convivenza umana a livello internazionale e locale.
La convivenza è un dato essenziale della nostra natura, in quanto esseri umani, perché noi non esistiamo, co-esistiamo, non viviamo, conviviamo. Quando si dilacerano le relazioni di convivenza, qualcosa di inumano e violento avviene nella società e in generale nella nostra civiltà in franca decadenza.
La cultura del capitale oggi globalizzata non offre incentivi per coltivare il “noi” della convivenza, ma enfatizza l’“io” dell’individualismo in tutti i campi. L’espressione maggiore di questo individualismo collettivo è la parola di Trump: “Al primo posto (first) gli USA”, e, interpretata correttamente, è “soltanto (only) gli USA”.
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