di Alessandro Ghebreigziabiher
Riflettendo, riflettendo su ciò che è accaduto a Riace, riflettendo sulla differenza tra una legge giusta e una ingiusta, riflettendo su quale sia il dovere innanzi a essa dell’individuo – o cittadino – che aspiri ad avere un ruolo attivo, magari intenzionalmente virtuoso e socialmente utile, riflettendo altresì su quel che sta diventando ogni giorno che passa la considerazione della nostra comunità globale dei meri diritti umani, applicando una sorta di attualizzanti emendamenti alla Dichiarazione degli stessi, mi sono impegnato a comporre e a rileggere con voi una narrazione più realistica e solo in apparenza al contrario del mondo in cui dovremmo indignarci di vivere…
Articolo 1
Pochi esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza, ma non hanno alcun obbligo ad agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
A una piccola e privilegiata minoranza di individui spettano tutti i diritti e le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, fatte le debite distinzioni per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere. Le suddette differenziazioni saranno inoltre stabilite sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene.
Articolo 3
Nello specifico, solo gli individui provvisti di comprovato documento di cittadinanza, apprezzato colore della pelle e condivisa fede religiosa hanno diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona.
Articolo 4
Tutti gli individui esclusi dai precedenti criteri potranno essere tenuti in stato di schiavitù o di servitù, le quali saranno permesse sotto altre moderne forme.
Articolo 5
I sopraindicati potranno essere sottoposti a torture o a trattamenti o a punizioni crudeli, inumani o degradanti.
Articolo 6
Solo i cittadini di indubbie credenziali, nonché identificabili a occhio nudo, hanno diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della loro personalità giuridica.
Articolo 7
Non tutti sono eguali dinanzi alla legge e in pochi, davvero pochi, hanno diritto, senza alcuna discriminazione, a una eguale tutela. Tutti gli altri non ne hanno alcuna contro ogni discriminazione che di fatto è autorizzata dalla presente Dichiarazione, così come contro qualsiasi incitamento a tale differenziazione.
Articolo 8
Di conseguenza, l’individuo appartenente a inferiore categoria non ha alcun diritto a un’effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali contro atti che violino i presunti diritti fondamentali a lui erroneamente riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
Articolo 9
Ciascun individuo ritenuto estraneo alla popolare concezione di cittadinanza potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10
Tale individuo – qualora insista nel ribellarsi allo status quo – avrà diritto, in posizione di piena discriminazione, a un’ingiusta e pubblica udienza davanti a un tribunale tutt’altro che indipendente, e assolutamente parziale, magari anche solo mediatico e social, al fine della violazione definitiva dei suoi diritti, nonché della sua innocenza innanzi alle accuse che gli vengano rivolte.
Articolo 11
Ogni individuo di infimo valore, al netto della popolazione di pure origini, qualora accusato di un reato, è presunto colpevole sino a che la sua innocenza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo, e a prescindere se abbia avuto o meno tutte le garanzie necessarie per la sua difesa. Anche perché lo rimarrà tale pure in seguito.
Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto a interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione, a meno ché non palesi una carnagione aliena, un cognome impronunciabile dal pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e una nazionalità inserita nell’archivio delle cittadinanze pericolose, ma tu leggi pure povere. In quel caso, costui ha diritto a essere abusato dalla legge con interferenze o lesioni.
Articolo 13
Un’esigua tipologia di individui, generalmente dalla pelle chiara, i documenti in ordine e possibilmente non nullatenenti ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Per quanto riguarda gli altri, non alcun hanno diritto a lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e lì se ne devono restare.
Articolo 14
Ogni individuo è fortemente invitato a non cercare di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni e di subirle in silenzio. Tale invito diviene un obbligo, qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite, alle quali tanto toglieremo i fondi.
Articolo 15
Ogni cittadino, se ha la cittadinanza, ha diritto alla cittadinanza. Altrimenti, potrà essere arbitrariamente privato di tutto, figuriamoci del sogno di averla.
Articolo 16
Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, con precise limitazioni di razza, cittadinanza o religione. La famiglia occidentale è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato, ma anche dalla stampa e dalla scuola, dalle pagine Facebook e dal bar sotto casa.
Articolo 17
Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri e non potrà essere arbitrariamente privato di tale proprietà, a meno che non sia desiderata da un qualsivoglia cittadino di classe superiore.
Articolo 18
Nessun individuo, stavolta a prescindere dal rango, ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; altrimenti, tale dichiarazione bisognerebbe riscriverla e soprattutto applicarla all’inverso.
Articolo 19
Allo stesso modo, ogni individuo è libero di credere di aver diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per questo, mentre lo Stato ha invece sì il diritto di disilluderlo in qualsiasi istante.
Articolo 20
Analogamente, ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica, finché non inizia a dare fastidio a chi non gli conviene proprio dar fastidio. E non è una minaccia.
Articolo 21
Ogni cittadino, o utente, dopo anni di post sui blog e sui social, nonché video in streaming, è stato convinto di aver finalmente il diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti, nonché di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese e che la volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo. Poi però ci sono state le elezioni, o si è svegliato, fate voi, altrimenti, che osi pure affermare di non essere d’accordo con la linea ufficiale.
Articolo 22
Ogni cittadino D.O.C., in quanto membro della società rispettabile, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione dei propri diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità e al libero sviluppo della sua personalità. Gli altri non dovrebbero neanche essere qui, perciò proseguiamo.
Articolo 23
A ogni cittadino, tale secondo i municipali registri, e sopratutto l’immaginario pubblicitario, è stato promesso di aver diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni e alla protezione contro la disoccupazione, il tutto senza discriminazione, avendo diritto a eguale retribuzione per eguale lavoro. Essendo ancora tutto da dimostrare se verranno mantenute codeste promesse, figuriamoci se possano essere prese in considerazione le creature di serie B.
Articolo 24
Ciò nonostante, ogni cittadino, preferibilmente di connotati tipicamente nordici, ha diritto al riposo e allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite. Altrimenti, che continui a raccogliere i pomodori con il capo rigorosamente chino, rimanga invisibile finché non serva alla propaganda, e laddove intenda morire che lo faccia con la maggior discrezione possibile.
Articolo 25
Ogni cittadino dalla cute rassicurante ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, nonché alle cure mediche e ai servizi sociali necessari. In ciascun altro caso, è tutto dovuto, non v’è alcun diritto e non sia mai che ci sia qualcuno che osi lamentarsi di qualcosa.
Articolo 26
Ogni cittadino sufficientemente pallido ha diritto all’istruzione, ma non è affatto un dovere, anzi, meno studia e meglio è per lo Stato attuale. A questo proposito, l’istruzione non deve essere affatto indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve invece promuovere l’incomprensione, l’intolleranza, la discordia fra tutte le Nazioni, i ghetti razziali e religiosi, e deve contrastare l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
Articolo 27
Ogni cittadino di sangue incontaminato, se e solo se opportunamente raccomandato, ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
Articolo 28
Ogni individuo, anche stavolta senza distinzione, ha ereditato un disordine sociale e internazionale nel quale gli abusi enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.
Articolo 29
Nessuno ha dei doveri verso la comunità, nella quale non è affatto agevolato il libero e pieno sviluppo della personalità. Nell’esercizio dei suoi presunti diritti e delle sue libertà, l’individuo cosiddetto minore deve essere sottoposto dalle limitazioni che sono stabilite dalla legge, ma anche del tutto autoritarie, per assicurare al contempo il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà dei pochi eletti e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell’ordine pubblico e del benessere generale nella società dei privilegiati.
Articolo 30
Tutto nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di giustificare la facoltà di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di ogni tipo di diritto e libertà.