In margine a una domanda ricevuta a proposito della sinistra in politica, ho potuto solo e brevemente escludere che possa essere un’attenuazione delle politiche di destra. Ai surrogati si preferisce il prodotto di marca.
La situazione della sinistra in circolazione adesso, verifica il collasso per avere imitato la destra su temi di coscienza civile.
In attesa di una proposta nuova che rappresenti la sinistra largamente esistente nella società, ne accenno una caratteristica.
Non è di destra la vasta e capillare opera di volontariato nel nostro paese. Giovani e anziani che dedicano parte del loro tempo al mutuo soccorso, costituiscono la coscienza civile, oltre che la grandiosa supplenza di ciò che lo Stato rinuncia a fare.
Questo settore vivo e pulsante sta a fondamento dell’economia. L’economia del dono, del gratuito, non rientra nel calcolo del PIL, ma regge con le sue forze la tenuta della società. Tiene insieme le fibre di una comunità che non si lascia ridurre a marginale da leggi di mercato e da scarsa capacità di acquisto.
Per questo motivo lo scopo della destra è di screditare e contrastare la spinta morale e civile del volontariato.
Di destra è l’esaltazione individualista che ha coniato l’espressione “buonismo”, senza ricevere in cambio la reciproca espressione di cattivismo.
Centrale è oggi il caso di Silvia Romano, operatrice sequestrata in Kenya. Una omogenea campagna di diffamazione vuole condannare l’opera cosciente, preparata e professionale di questa persona, espressione di quanto di meglio produce la società italiana.
Le infondate accuse d’ingenuità vogliono mortificare le energie che la destra non può assorbire né controllare.
La campagna è in linea con quella lanciata contro i salvataggi di naufraghi in mare e contro il sindaco di Riace, da parte di governi, Procure e informazione servizievole al seguito.
Silvia Romano è l’ultima occasione di destra per insultare il volontariato. È l’istigazione al menefreghismo, malanno sociale peggiore di una epidemia.
“Buona è la fine di una cosa, più che il suo inizio”, scrive Kohèlet nel libro tradotto approssimativamente con Ecclesiaste.
Buona sarà la fine degli spargitori di fango e dei predicatori del rancore.