Non c’è nessun coronavirus che mi faccia dimenticare il protagonista dell’appuntamento di oggi: Gesù di Nazaret. Tutti sanno chi è, cosa ha fatto, cosa ha detto. Ma oggi voglio ricordare perché è stato crocifisso come ladro, una morte su una croce riservata ai ribelli dell’impero romano: doveva essere eliminato, era una minaccia per il sistema religioso e per l’autorità politica dell’impero.
Questo è stato il peccato che ha condannato Gesù e quindi è stato torturato prima di morire e crocifisso.
Per il pugno di amici, uomini e donne, che vivevano con Lui più vicino, è stato un disastro, il capolinea, colui che predicava l’amore è andato.
Nessuno può negare che la forza che è uscita da quel sepolcro dove è stato deposto il corpo di Gesù, ha inondato il mondo e ognuno di noi è complice di questa luce, credente o no.
Nella notte in cui un virus ci confina e ci offre la paura della morte, è bene avere Gesù e la testimonianza della sua vita come nostro compagno e avere la speranza che l’umanità viva ancora al di fuori di sistemi che avremmo potuto trovare indispensabili per il mantenimento della vita.
Ognuno può dare tanto contenuto quanto vuole la parola Amore, ma è terribilmente rivoluzionaria, e può anche portare la morte della croce. Il terzo giorno mi sorprende: è Vita e Vita in abbondanza per tutti. Quindi è il Venerdì di Passione.
Giovanni Baroni è referente del progetto di produzione biologica di verdure nella campagna di Gravatà – Pernambuco (Brasile)