Prima l’umano – Jacques Gaillot, vescovo di Partenia

Durante un pranzo il mio vicino di tavolo, che è prete, mi informa di aver ricevuto una petizione per la firma: “Si chiede di anticipare l’apertura dei luoghi di culto. Che ne pensi?”.
Questo tipo di richiesta mi provoca un moto di fastidio. Non sopporto che la Chiesa pensi a lei, si preoccupi di lei. L’emergenza è altrove. Sarebbe il colmo se i luoghi di culto potessero aprire prima di bar e ristoranti!

Non è il culto ad essere la cosa principale. Né la pratica religiosa. Ciò che interessa di più all’uomo di Nazareth non è la religione, è un mondo più umano, più solidale, più giusto.

La sua felicità è vederci felici tutti, iniziando dagli ultimi. È venuto per liberare gli oppressi. La sua missione è liberare, non restaurare.

Essere cristiani significa avere la passione dell’uomo.

Oggi con la pandemia tante persone sono disoccupate, tante famiglie non possono più pagare l’affitto, tante persone e i loro figli conoscono la fame, tante persone conoscono la malattia e la solitudine…

Il bel rischio della Chiesa è quello di stare al loro fianco. Senza esitare. Senza aspettare. La Chiesa non è mai se stessa senza i poveri.

Il mio vicino aspetta la mia risposta: “Io sicuramente non firmerò una richiesta del genere. L’importante non è ripartire come prima. L’importante è andare verso i feriti della vita. Prima l’umano”.

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