La Bottega del Barbieri
17 Settembre 2020
di Murat Cinar (*)
In mezzo alle crescenti tensioni fra Turchia e Grecia nel Mediterraneo orientale, 350 donne di entrambi i Paesi hanno lanciato un appello per la pace. Nel loro appello congiunto, le donne hanno ribadito la loro «determinazione a lottare a favore della pace nell’Egeo, rafforzare la cultura di condivisione e abbracciare la solidarietà e l’amicizia nonostante il sistema patriarcale che minaccia il mondo». L’appello è stato pubblicato in greco, turco e inglese sul sito www.womencallforpeace.net.
La dichiarazione completa delle donne è stata tradotta in italiano dalla redazionedi PRESSenza:
Un appello per la pace
Noi, donne di Turchia e Grecia, seguiamo con grande preoccupazione l’escalation di tensione nel Mediterraneo orientale. La tensione che aumenta attraverso la retorica conflittuale e la crescente mobilitazione militare da entrambe le parti aumenta il rischio di conflitti armati. I toni bellicosi e la possibilità di uno scontro minacciano non solo la sicurezza e la pace nei due paesi interessati, ma l’intera regione in generale.
Noi donne chiediamo la “fine” della pericolosa escalation.
Crediamo che la cooperazione tra i due paesi sia più importante che mai in un momento in cui la pandemia globale sta aggravando la disuguaglianza, portando a crisi economiche e aumentando l’emarginazione delle donne.
Crediamo che la Grecia e la Turchia possano risolvere le loro differenze attraverso una diplomazia pacifica e diligente secondo le linee guida del diritto internazionale e dell’equità, se necessario con osservatori delle istituzioni internazionali.
La pacifica coesistenza dei popoli di Grecia e Turchia è più preziosa di tutte le risorse sotterranee.
La pace, la natura e le persone sono i beni più preziosi per l’umanità.
Come donne amanti della pace provenienti dalla Grecia e dalla Turchia, siamo determinate a lottare per la pace nell’Egeo, migliorare la nostra cultura condivisa e abbracciare la solidarietà e l’amicizia nonostante il sistema patriarcale che minaccia il mondo.
(*) ripreso da www.pressenza.com/it