In Brasile muoiono 700 persone l’anno per essere state a contatto con prodotti chimici usati in agricoltura, tra i quali alcuni vietati in Europa. Ne parla un report che indaga le responsabilità delle aziende europee nelle violazioni dei diritti nel mondo. Tra gli accusati c’è anche la Monsanto (Bayer).
Avvelenati dai pesticidi. È quello che avviene ogni anno a migliaia di persone in Brasile. Si tratta di lavoratori, abitanti delle aree rurali, indigeni e quilombolas, discendenti degli schiavi africani. Tra le aziende sotto accusa c’è Monsanto, oggi parte del gruppo chimico tedesco Bayer.
Il caso di Monsanto in Brasile è tra quelli analizzati in “What if”, il nuovo report di European Coalition for Corporate Justice e Anti-slavery International. Il documento affronta il tema della responsabilità delle aziende europee nella violazione di diritti umani e ambientali in molti paesi del mondo. I ricercatori sottolineano la mancanza di una legislazione che costringa le imprese europee a fare i conti con gli abusi che compiono fuori dall’Ue.
Monsanto (Bayer), dal Roundup (glifosato) al Larvin: i prodotti usati in Brasile
Secondo il rapporto, Bayer si approfitta della legislazione brasiliana, permissiva in materia di erbicidi e pesticidi, consentendo l’approvazione di composti considerati pericolosi e vietati in Europa per i loro potenziali effetti dannosi sull’ambiente e sulle persone. Tra questi si può fare l’esempio dell’insetticida Larvin, venduto da Bayer Brasile, e contenente l’agente nervino e cancerogeno Thiodicarb. Diversa la posizione dell’Unione europea, che ha inserito il principio attivo nella lista dei non approvati.
Tra gli erbicidi più diffusi nel paese sudamericano e più insidiosi c’è il Roundup, una formulazione a base di glifosato commercializzata da Monsanto, considerato dall’Agenzia per la ricerca sul cancro e dall’Organismo mondiale della sanità potenzialmente cancerogeno per l’uomo e persistente negli ambienti naturali.
Nella definizione che ne dà la Fao i pesticidi altamente pericolosi sono portatori di una tossicità elevata, producono effetti cronici, anche quando i livelli di esposizione sono molto bassi, oltre a persistere nell’ambiente naturale e negli organismi.
L’organizzazione nelle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura sottolinea che questa tipologia di prodotti chimici ha impatti significativi sulla salute umana, in particolare nei paesi in cui i sistemi di protezione individuale non sono efficaci e le regole sono poco applicate.
Bayer si giustifica: rispettiamo le norme dei paesi
Il nuovo rapporto riporta anche la risposta di Bayer alle accuse di non applicare la dovuta diligenza sui suoi prodotti. L’azienda si è difesa sottolineando che alcuni antiparassitari banditi in Europa vengono utilizzati in altri paesi, perché esistono malattie e infestanti non presenti nella Ue.
L’azienda si è giustificata anche evidenziando come i prodotti venduti in Brasile rispondano ai livelli di sicurezza richiesti dal paese, affermando di aver tra gli obiettivi l’incremento della formazione per i contadini e la disponibilità di equipaggiamento protettivo.
Bayer Monsanto: una legge per la due diligence
Nel documento le due organizzazioni evidenziano anche quali sarebbero gli obblighi per Bayer, nell’eventualità in cui l’Europa si dotasse di una legge sulla due diligence sui diritti umani e sull’ambiente. L’azienda tedesca sarebbe obbligata a identificare, prevenire e mitigare gli effetti dei suoi prodotti sui diritti umani e sull’ambiente in Brasile.
Sarebbe costretta, inoltre, a fornire equipaggiamento protettivo e a informare correttamente sui rischi che si corrono utilizzando i composti chimici. Se ci fosse una legge sulla dovuta diligenza delle imprese europee le vittime dei pesticidi di Bayer potrebbero ottenere giustizia denunciando la compagnia davanti a una corte tedesca e alle autorità amministrative.
Bayer, Syngenta, Basf, Corteva, Fmc: chi vende pesticidi in Brasile
Un’inchiesta giornalistica realizzata dalla testata indipendente Unearthed, sostenuta da Greenpeace UK e dall’ong svizzera Public Eye, pubblicata a febbraio di quest’anno, ha analizzato nel dettaglio la chimica legata all’agricoltura e i cinque colossi mondiali che detengono il mercato.
Secondo la ricerca il Brasile è il maggior acquirente annuale di antiparassitari altamente dannosi. Nel 2018 un quinto del totale di pesticidi pericolosi venduti a livello globale è finito in Brasile.
Per Syngenta, Bayer, BASF, Corteva e FMC, maggiori produttori di agrochimica a livello mondiale, l’80% delle vendite si è concentrata in Brasile, e il 72% di queste erano pesticidi altamente pericolosi.
Molti composti chimici considerati altamente dannosi utilizzati in Brasile sono proibiti nei paesi di origine delle aziende che li producono. Tra questi c’è l’erbicida paraquat, bandito in Europa dal 2007 e associato a casi di cancro, Parkinson e fibrosi polmonare.
Nel 2017 l’Agenzia Nazionale brasiliana per la vigilanza sanitaria (Anvisa) aveva messo al bando il paraquat, ma solo due mesi dopo era tornata sui suoi passi per rispondere alla pressione delle lobby agrarie del paese.