Ripudiare la guerra e promuovere la pace. Un appello lanciato da Mir, Pax Christi e SOS diritti
Campagna “SCUOLE SMILITARIZZATE”: RIPUDIARE LA GUERRA E PROMUOVERE LA PACE
La scuola è finalmente ripartita tra difficoltà e comprensibili incertezze; questo particolare anno scolastico potrebbe anche aprire prospettive di speranza a chi intenda trasformare il dramma della pandemia in opportunità di cambiamento autentico e consapevole.
Il Movimento Internazionale della Riconciliazione e Pax Christi Italia, promotori della Campagna insieme con l’associazione SOS Diritti, sono al fianco di docenti e studentesse/i che vogliano cogliere quest’occasione per ripensare la scuola e rigenerare la società. Ci impegniamo a collaborare a costruire, giorno dopo giorno, un futuro di pace, di sviluppo equo e sostenibile, di giustizia e solidarietà, proponendo occasioni per sviluppare nella scuola percorsi di educazione alla pace e alla nonviolenza.
Tutte e tutti – genitori, insegnanti ed alunne/i, siamo pertanto chiamati a fare scelte coraggiose, diffondendo e sperimentando, qui e ora, nuove modalità di trasformazione nonviolenta dei conflitti, prendendo peraltro coscienza che è in atto una progressiva e subdola militarizzazione della società e della cultura. Da tale consapevolezza è nata l’esigenza di fare obiezione a chi propone e sostiene iniziative in contrasto o distanti dai valori della convivenza pacifica e della Costituzione e dal ripudio della guerra.
La Campagna nazionale “SCUOLE SMILITARIZZATE” si propone di affiancare docenti ed educatori nell’effettiva realizzazione di una Cultura di Pace, obiettando alla presenza nelle scuole delle Forze Armate e di attività connesse alla vita militare quali visite a caserme ed impianti militari e progetti di formazione scuola-lavoro mirate ad un precoce reclutamento.
Il logo prescelto esplicita il messaggio prioritario della Campagna: “SCUOLE SMILITARIZZATE” è un appello a smilitarizzare la società, a partire dalla scuola, coinvolgendo in un percorso condiviso, ampio e inclusivo i tanti soggetti della società civile che sono già impegnati in quest’ambito e altri che sceglieranno impegnarsi a promuovere scelte che escludano la violenza, in ogni sua manifestazione, e che coltivino la pace.
Hanno già aderito alla Campagna autorevoli realtà associative, ed auspichiamo che molte altre vorranno aderire.
Gli istituti scolastici sono dunque invitati ad accogliere e sottoscrivere il Manifesto della Campagna e a percorrere insieme la strada dell’educazione alla pace e della nonviolenza, escludendo pertanto dalla loro offerta formativa i progetti che contrastino con tale obiettivo.
La data del 2 ottobre, Giornata Internazionale della Nonviolenza e 151° anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, è stata scelta per il lancio ufficiale quale augurio che la scuola s’impegni sempre più a formare le giovani generazioni per far sì che esse siano, in prima persona, “il cambiamento che vogliono vedere nel mondo”.
2 ottobre 2020
Movimento Internazionale della Riconciliazione – Pax Christi Italia
Per ulteriori informazioni e adesioni invitiamo a contattare le segreterie nazionali del MIR o di Pax Christi.
Il 2 ottobre è stata inaugurata la pagina Facebook https://www.facebook.com/scuole.smilitarizzate
CAMPAGNA NAZIONALE
PER UNA SCUOLA CHE EDUCHI ALLA PACE E ALLA NONVIOLENZA
Una società più giusta e solidale passa necessariamente attraverso un’educazione in grado di trasmettere alle nuove generazioni ideali, valori e modelli di comportamento ispirati alla pace e al rifiuto di ogni forma di violenza e quindi della guerra.
Educare alla pace vuol dire educare al rispetto, all’ascolto, alla solidarietà e ai diritti così come sancito da alcuni documenti fondamentali, dalle Dichiarazioni dell’O.N.U. alla Costituzione Italiana.
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Articolo 26):
L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo (Principio Decimo):
Il fanciullo deve essere protetto contro le pratiche che possono portare alla discriminazione razziale, alla discriminazione religiosa e ad ogni altra forma di discriminazione Deve essere educato in uno spirito di comprensione, di tolleranza, di amicizia fra i popoli, di pace e di fratellanza universale, e nella consapevolezza che deve consacrare le sue energie e la sua intelligenza al servizio dei propri simili.
Costituzione Italiana (Articolo 11):
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
I PROMOTORI DELLA CAMPAGNA
Il Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR Italia) e Pax Christi Italia, storici movimenti per la pace italiani, nati dopo le guerre mondiali, hanno lavorato insieme, in collaborazione con SOS Diritti, all’elaborazione di una campagna per sostenere una scuola che, su tutto il territorio nazionale, educhi alla pace e alla nonviolenza e realizzi una Cultura di Pace.
Il MIR è la branca italiana dell’International Fellowship of Reconciliation (IFOR, www.ifor.org), movimento perla pace, a base spirituale, nato nel 1914 e composto di donne e uomini che sono impegnati nel praticare la nonviolenza attiva come stile di vita, come mezzo di riconciliazione nella verità e mezzo di trasformazione personale, sociale, economica e politica. L’IFOR ha lo status consultivo presso le Nazioni Unite dal 1978 ed opera attivamente all’ONU e all’UNESCO a sostegno dei diritti umani, tra cui l’obiezione di coscienza.
La branca italiana è nata nel 1952, su iniziativa dei valdesi Tullio Vinay e Carlo Lupo e dei quaccheri Ruth e Mario Tassoni. Il MIR conta diverse sedi e gruppi locali e in passato si è adoperato molto anche per il riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia e oggi continua ad operare nell’ambito della promozione della pace e della nonviolenza, della “ricercazione”, del disarmo, dell’educazione alla pace e alla nonviolenza, della trasformazione nonviolenta dei conflitti, dell’impegno civile, degli stili di vita, dell’ecopacifismo, del dialogo interreligioso e della riconciliazione.
Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace, nato nel 1945 è riconosciuto dalle Nazioni Unite, con rappresentanti presso New York, Ginevra e Vienna che lavorano sui Diritti Umani e sulla corsa agli armamenti. È stato insignito del premio UNESCO per la Pace nel 1983 ed è attivo nella campagna per la messa al bando delle armi nucleari.
In Italia Pax Christi è nata nel 1949 e si è molto sviluppata dal 1954 ed è stata l’unico movimento cattolico ad impegnarsi nell’obiezione di coscienza al servizio militare.
Una delle iniziative più conosciute è la Marcia della Pace di fine anno iniziata il 31 dicembre 1958.
Tra i suoi presidenti ricordiamo don Tonino Bello e mons. Luigi Bettazzi che hanno dato un carattere profetico all’identità e allo stile di Pax Christi.
In Italia ci sono diversi luoghi di incontro, i Punti Pace, che fondano il loro lavoro sullo studio, la preghiera e l’azione, verso una società sempre più disarmata, nonviolenta, solidale ed ecologica.
La rivista “Mosaico di Pace” www.mosaicodipace.it sorta nel 1990 e diretta da Alex Zanotelli, supporta e diffonde il pensiero di Pax Christi.
In qualità di promotori, le suddette organizzazioni mettono a disposizione le proprie competenze, per sostenere e realizzare le finalità della Campagna.
Altre realtà attive sul territorio nella promozione di iniziative di pace e nonviolenza hanno dato il proprio sostegno e aderiscono alla Campagna, rendendosi a loro volta disponibili per collaborare con le scuole interessate. Un elenco completo delle associazioni aderenti e dei loro contatti è disponibile in appendice.
LE FINALITÀ DELLA CAMPAGNA
Questa campagna nazionale è rivolta ai Collegi dei Docenti e ai Consigli di Istituto così come ad ogni singola/o insegnante, in virtù del loro imprescindibile ruolo educativo, e invita ad agire concretamente affinché le scuole siano effettivamente luoghi di Pace, chiedendo un impegno volto a valorizzare e promuovere l’Educazione alla Pace ed alla Nonviolenza all’interno della propria programmazione educativo-didattica e ad escludere dall’offerta formativa, qualsiasi progetto, iniziativa e materiale finalizzati alla divulgazione, promozione e celebrazione della guerra, del militarismo e delle attività connesse, quali ad esempio la produzione e la vendita di armi.
Per poter trasformare l’attuale cultura permeata di violenza, discriminazione e ingiustizia sociale è necessario che tutti gli attori della società collaborino insieme, a partire dalla Scuola che è il cuore della comunità, in cui si sperimenta la socialità, si apprende la conoscenza e si sviluppano molte capacità che rendono poi gli individui in grado di valutare, scegliere e agire.
Un istituto scolastico può e deve essere un luogo di pace, un centro di studio, ricerca e pratica di alternative nonviolente la cui applicazione realizzi una società solidale, giusta e riconciliata. È auspicabile un maggiore approfondimento di figure emblematiche per la nonviolenza e la pace quali Gandhi, Martin Luther King, Aldo Capitini, Alexander Langer, Don Lorenzo Milani, Alberto L’Abate e tanti altri, esempi di impegno per la realizzazione di una Cultura di Pace.
Il concetto di Pace a cui ci riferiamo è un insieme di valori e pratiche, come definito nell’articolo 1 della Dichiarazione e Programma D’Azione per il Decennio ONU per una Cultura di Pace e Nonviolenza, proclamato per il 2001-2010 (risoluzione dell’Assemblea Generale A/RES/53/243 del 13 settembre 1999):
rispetto per la vita, sulla cessazione della violenza e sulla promozione e la pratica della non violenza tramite l’educazione, il dialogo e la cooperazione;
sul pieno rispetto dei principi di sovranità, integrità territoriale e indipendenza politica degli Stati e sul non intervento in quelle questioni che rientrano essenzialmente nell’ambito della giurisdizione nazionale di uno Stato, in conformità con quanto previsto dallo Statuto delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale;
sul pieno rispetto e sul progresso di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali;
sull’impegno in favore di una soluzione pacifica dei conflitti;
sugli sforzi per soddisfare le esigenze inerenti allo sviluppo e all’ambiente delle generazioni presenti e future;
sul rispetto e sulla promozione del diritto allo sviluppo;
sul rispetto e sulla promozione dell’uguaglianza di diritti e opportunità per donne e uomini;
sul rispetto e sulla promozione del diritto di ognuno alla libertà di espressione, di opinione e di informazione;
sull’adesione ai principi di libertà, giustizia, democrazia, tolleranza, solidarietà, cooperazione, pluralismo, diversità culturale, dialogo e comprensione a tutti i livelli della società, e fra le nazioni.
“Smilitarizzare “ le scuole e l’educazione vuol dire rendere gli spazi scolastici dei veri luoghi di pace e di accoglienza, vuol dire opporsi al razzismo e al sessismo di cui sono spesso portatori i linguaggi e le pratiche belliche, vuol dire allontanare dai processi educativi le derive nazionaliste, l’esaltazione della violenza e la creazione di un “nemico” (interno ed esterno ai confini nazionali) da discriminare, disprezzare e combattere, vuol dire rispettare la Costituzione Italiana e le principali normative internazionali in materia di Diritti Umani.
Il compito educativo, di crescita personale e socio-relazionale strettamente connesso al ruolo della scuola e al lavoro degli/delle insegnanti, non può in alcun modo prevedere riferimenti alla logica della guerra e alla narrativa del militarismo in alcuna delle modalità e forme con cui esse vengono presentate e promosse.
Il Manifesto della Campagna sintetizza proposte di impegno e azione che la scuola può realizzare per meglio perseguire le finalità indicate.
È possibile operare delle scelte per una scuola che sostenga il perseguimento della pace, la trasformazione dei conflitti in modo nonviolento e una società civile che si adoperi per la realizzazione del sostegno comunitario, del dialogo, della solidarietà, della realizzazione dei diritti fondamentali, della valorizzazione del territorio, della messa in sicurezza di ambienti comuni.
I recenti eventi legati alla pandemia da COVID-19 hanno mostrato quanto i settori civili della società, medici, infermieri, personale di soccorso e tutti coloro che con il proprio lavoro hanno costantemente garantito la fornitura di bene primari per la popolazione, siano il cardine per poter affrontare e superare emergenze di diverso tipo. La pandemia ha anche evidenziato le carenze strutturali del nostro paese, date dalla mancanza di un’adeguata preparazione, prevenzione e sovvenzione delle misure che rendono veramente una comunità sicura. Ben lungi da quella sicurezza armata che viene invece di continuo decantata e che nella realtà non realizza la sicurezza umana.
È necessario realizzare una Difesa Civile, Non armata e Nonviolenta, così come sostenuto da tempo da diverse organizzazioni della società civile e definito in una proposta di legge in attesa di discussione in Parlamento.
Nel corso della Campagna le scuole avranno l’opportunità di collaborare con soggetti del terzo settore che si rendono disponibili a lavorare insieme (vedi associazioni promotrici e aderenti), per pianificare e svolgere iniziative mirate.
Un altro aspetto importante della Campagna è l’attività di monitoraggio che si intende avviare in mutua collaborazione, per il rilevamento della presenza nelle scuole italiane di forze armate e di iniziative connesse alla logica della violenza in ogni sua espressione, compresa la guerra e la militarizzazione. La scuola ha la possibilità di promuovere una diversa cultura, civile, e le molte iniziative spontanee già realizzate sul territorio dimostrano che ciò è possibile; è pertanto importante conoscerle e sostenerle e a tal fine l’attività di monitoraggio prevista si occuperà anche di annotarle e divulgarle.
La scuola, con tutte le sue componenti, riveste un ruolo fondamentale nel costruire una Cultura di Pace. Invitiamo scuole di ogni ordine e grado e insegnanti a aderire a questa campagna, facendo proprio il manifesto, e rendere ancora di più la propria scuola un luogo di pace, solidarietà e rispetto reciproco, dove promuovere e realizzare alternative nonviolente, coinvolgendo studentesse/i e famiglie.
L’URGENZA DI SMILITARIZZARE LA SOCIETÀ A PARTIRE DALLE SCUOLE
La Campagna per le “scuole smilitarizzate” era stata già promossa nel 2013 da Pax Christi con l’intento urgente di affermare che la scuola deve educare alla nonviolenza e alla pace come espressione di quella cittadinanza attiva, raccomandata anche dal MIUR nelle Linee Guida per l’Educazione alla Pace e alla Cittadinanza Glocale (nota n. 4469 del 14/09/2017) e nelle Linee Guida sull’Educazione alla Pace e ai Diritti Umani (note n. 4751 del 4/10/2007). L’idea di rilanciarla ora nasce dall’esigenza, ancora una volta, di rispondere con il linguaggio della nonviolenza, alla crescente “militarizzazione degli spazi e delle menti” in tutta la nostra società e, in particolare, nella scuola.
La guerra e la militarizzazione del territorio sono una conseguenza di scelte e politiche che perseguono logiche in cui l’uso della forza e l’escalation della violenza sono identificati come deterrenti e strumenti per la convivenza civile. La militarizzazione della società è la causa e non la soluzione dei problemi. La nostra vita quotidiana è sempre più pervasa da narrazioni e pratiche sociali, politiche ed economiche basate sulla violenza, sull’esclusione, sulla repressione e sull’utilizzo di armi e forze armate come soluzione per alcune criticità che si presentano nella nostra società.
Un esempio è il preoccupante concetto di “sicurezza” fondato sull’idea di “autodifesa armata” e sulla crescente militarizzazione degli spazi pubblici e privati.
Come già anticipato, la sicurezza dei cittadini e del territorio, così come la salvaguardia dei diritti fondamentali, sono realizzabili attraverso un coordinamento di strutture civili e delle politiche di prevenzione e azione di lungo periodo.
Assistiamo a livello nazionale a diverse derive molto preoccupanti. Da una parte a una progressiva diffusione di un clima di odio, intolleranza, discriminazione e aggressività, che colpisce comunità e gruppi già di per sé fragili (come i migranti); dall’altra a un consolidamento delle attività del settore bellico, con un costante incremento delle spese militari (quasi 25 miliardi l’anno per il 2019 e più di 26 miliardi previsti per il 2020, come riportato dall’osservatorio MIL€X, per una spesa giornaliera di quasi 70 milioni di euro) e della produzione e vendita di armi (tra il 2017 e il 2018, secondo i dati di Rete Italiana Disarmo, l’Italia ha autorizzato la vendita di materiale da guerra per oltre 15 miliardi di euro di cui la metà verso aree e paesi coinvolti in conflitti bellici e pertanto in violazione della legge 185 del 1990). Queste tendenze che si ritrovano in molti altri paesi, aggravano la situazione di in un pianeta depauperato e gravato da rischi ecologici, dove i conflitti armati colpiscono sempre più la popolazione civile inerme.
Nonostante i buoni propositi fatti all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale che si sono concretizzati con la sottoscrizione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – che avrebbe dovuto garantire la giustizia, la libertà e l’eguaglianza fra tutti i gli esseri umani e la pace fra i popoli – da allora nel mondo sono stati combattuti moltissimi conflitti armati. Essi hanno causato circa 25 milioni di morti (come riportato da Emergency) a cui va aggiunto un numero enorme di feriti gravi. Le vittime dei conflitti armati contemporanei – tra morti e feriti gravi – sono per più del 90% civili (dato Emergency).
Tutto questo assume ancora più valore alla luce dell’attuale “emergenza Coronavirus” che sta stravolgendo le nostre vite e le nostre società. Mai come adesso sono evidenti le dannose conseguenze di scelte sciagurate che hanno portato – in Italia e in tanti altri Paesi nel mondo – ad un costante incremento delle spese militari e, contemporaneamente, ad un indebolimento e impoverimento della sanità pubblica. In piena crisi da Coronavirus le fabbriche italiane che producono armi sono state considerate “di vitale importanza” e pertanto sono rimaste aperte per rispettare le commesse militari.
Un paio di dati eloquenti: un singolo cacciabombardiere F-35 (l’Italia ne ha commissionati in totale 91 per una spesa di almeno 14 miliardi di euro) costa all’incirca quanto 7.000 ventilatori polmonari o come circa 1.350 posti di terapia intensiva. In Italia ci sono 231 aziende produttrici di armi e munizioni e una sola azienda che produce ventilatori polmonari artificiali.
Occorre ribadire con forza quanto sia necessario e urgente trasferire gli investimenti pubblici dal settore militare a quello sanitario, convertire la produzione bellica verso il settore civile e sostenere e promuovere l’imprescindibile lavoro di enti del terzo settore e strutture di prevenzione e di protezione civile.
Questo desolante e preoccupante contesto ha delle ripercussioni negative anche sul mondo dell’educazione e della scuola, sempre più militarizzati – a livello sia simbolico che concreto – con l’aumento di progetti ed eventi che coinvolgono membri delle forze armate e realtà promotrici della carriera e delle iniziative militari in Italia e all’estero.
Ciò avviene non solo all’interno ma anche all’esterno delle strutture scolastiche, con numerose iniziative organizzate presso basi militari, caserme, ecc. Tutte queste attività, rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, vengono formalizzate sia attraverso i protocolli d’intesa siglati negli ultimi anni tra il Ministero della Difesa e il Ministero dell’Istruzione (con il coinvolgimento anche del Ministero del lavoro e delle politiche sociali), sia tramite convenzioni ed accordi tra le Forze Armate e gli uffici scolastici periferici e i singoli dirigenti scolastici, per la realizzazione di varie iniziative e progetti, inclusi stage e sessioni di alternanza scuola lavoro presso strutture militari. Questi accordi interessano anche i comandi militari U.S.A. di basi statunitensi e di quelle della NATO presenti in Italia.
Riteniamo molto grave che tali attività vengano presentate indossando la maschera di realtà che cercano consenso attraverso l’utilizzo di concetti quali “identità nazionale”, “difesa della patria” e “missioni di pace”, esaltando la carriera militare, le armi e, più in generale, la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, utilizzando impropriamente valori quali “coraggio” e “forza”.
Molte alternative nonviolente sono al momento poco diffuse e praticate e la narrativa predominante continua a riferirsi ad una difesa e ad una sicurezza armata. È pertanto indispensabile attivarci tutti insieme per realizzare una società smilitarizzata a partire proprio dal mondo della scuola e quindi dell’educazione e della formazione.
@scuole.smilitarizzate
PROMOTORI:
MIR-Movimento Internazionale della Riconciliazione
Via Garibaldi 13
10122 Torino, Italia
E-mail: segreteria@miritalia.org Telefono: +39.011532824
Fax: +39.0115158000
Sito internet: www.miritalia.org
Facebook: https://www.facebook.com/MIR.Italia/
Pax Christi Italia
Via Quintole per le Rose 131
50023 Impruneta – Località Tavarnuzze (FI), Italia E-mail: segreteria@paxchristi.it
Telefono: +39.0552020375
Sito internet: www.paxchristi.it www.casaperlapace.it Facebook: https://www.facebook.com/PaxChristiIT/
SOS Diritti
E-mail: sosdirittivenezia@gmail.com
Facebook: https://www.facebook.com/SOS-Diritti-229177650481729
ADERENTI (lista in aggiornamento):
AMESCI
ASSOCIAZIONE PER LA PACE – ASSOPACE CENTRO STUDI “SERENO REGIS” CONSULTA DELLA PACE di PALERMO LAICI MISSIONARI COMBONIANI
MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA – MCE PEACELINK
TAVOLO NAZIONALE SALTAMURI
UMANISTI “La comunità per lo sviluppo umano” UN PONTE PER…
UNICOBAS
UNICORNO – L’ALTRASCUOLA
VERDI AMBIENTE E SOCIETA’ ONLUS APS – VAS
Media partner:
PRESSENZA – Agenzia Stampa Internazionale
LA “BOTTEGA” SEGNALA ANCHE I MANIFESTI DI GREENPEACE: UNA BELLA CAMPAGNA… IN PARALLELO
Daniele Barbieri
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).