Il progetto è gestito dall’Associazione Regionale Mapuche Folilko.
Il progetto mira a sostenere e accompagnare le vittime delle violazioni dei diritti umani da parte dello Stato cileno.
È notevole la quantità di Mapuche che sono stati perseguitati dalla polizia, poi processati e infine condannati per essersi mossi a suscitare la mobilitazione per i loro diritti, violati da parte dello Stato del Cile. Ciò spiega l’alto numero delle vittime in questo conflitto. Da un lato abbiamo molti prigionieri politici che sono imprigionati e condannati senza dovuto processo, per mancanza di garanzie giuridiche. Dall’altro l’effetto collaterale, non solo economico, che questo genera in famiglia: figli, mogli e anziani che sono spesso lasciati alla deriva senza mezzi di sussistenza. La mancanza di supporto nel processo giudiziario, inoltre, comporta una grande richiesta di tempo e risorse economiche a causa del trasferimento ai centri urbani (tribunali, carceri).
Il conflitto Mapuche ora si sviluppa maggiormente nelle regioni di Bio Bio meridionale, dell’Araucania, di Los Rios e Los Lagos. Sono altresì questi i luoghi in cui è stato arrestato il maggior numero di persone e portato alle carceri di Concepción, Cañete, Angol, Lautaro, Temuco e Valdivia. Da un estremo all’altro della localizzazione di queste carceri – vale a dire tra Concepción e Valdivia – ci sono distanze considerevoli che superano i 500 chilometri all’incirca.
La politica dei diversi governi non è stata quella di cercare un meccanismo per risolvere il conflitto, ma di produrre l’isolamento tra i prigionieri politici mapuche e le loro famiglie al fine di indebolire il movimento di resistenza sociale. Sotto questo aspetto, dopo una discussione generata con i partner dell’Associazione Regionale Mapuche Folilko, sentiamo la ferma necessità e la convinzione di mettere a punto “un progetto che permetta di lavorare all’accompagnamento nei processi giudiziari e al sostegno dei prigionieri politici mapuche e dei loro familiari, considerando che dopo un periodo di detenzione molte famiglie non hanno il sostegno economico e politico per far fronte alla difficile situazione originata dalla politica razzista dello stato.”
Attività da sviluppare
Effettuare visite periodiche alle prigioni in collaborazione con le famiglie dei prigionieri politici mapuche (sostenere spese personali minime, prodotti per l’igiene personale, biancheria intima, ecc.)
Supportare i familiari durante i processi giudiziari.
Promuovere l’incontro tra avvocati e famiglie di prigionieri politici.
Sostenere, in materia di istruzione, i figli piccoli dei prigionieri politici.
Procurare ad alcune famiglie il cibo che spesso non hanno a causa della lunga detenzione (due, tre o più anni di carcere) della persona che sostiene la famiglia.
Sostenere la mobilitazione e la solidarietà con la lotta sociale mapuche, per il diritto alla terra, al proprio territorio e la difesa dei diritti idrici e della biodiversità.
Favorire incontri tra le famiglie dei prigionieri politici per una migliore coesione sociale nella denuncia e nella mobilitazione.
Spese
Trasferimenti dalle comunità ai centri urbani.
Alimentazione
Alloggio
Acquisizione di materiale scolastico per bambini vittime della repressione.
Acquisizione di elementi di base di igiene personale
Alla data dell’ottobre 2020 è in corso il secondo anno di attivazione dell’operazione che non si è arrestata nemmeno nel periodo più critico della Pandemia da Covid.