Stralcio di un discorso – di Erri De Luca

I flussi migratori costituiscono la storia dell’umanità e ancora prima sono stati la costante delle specie viventi. Durante le epoche glaciali emigrarono anche i fiori.
Il secolo passato ha spostato vite umane a miriadi con regolari mezzi di trasporto.
I governi della nostra epoca oppongono resistenza agli spostamenti, profittando comunque largamente della forza lavoro arrivata. Passivamente: lasciando avvenire le decimazioni durante prove di sopravvivenza in viaggi lunghi anni. Attivamente: pagando piraterie libiche per respingere in mare, rinchiudere in carnai.
Siamo perciò contemporanei dei più rischiosi spostamenti di vite umane sui peggiori mezzi di trasporto.

La nostra piccola fondazione, che si avvale esclusivamente di contributi dei suoi soci, ha rinnovato il 5 novembre a Napoli il contributo agli studi universitari per dieci studenti provenienti, loro o i genitori, da paesi di Africa e di Asia, due dei quali dall’Afghanistan.
Essi sono il presente della realtà italiana. Sono già semi affiorati in superficie, perciò con avviato sviluppo radicale. Studiano in italiano, parlano tra loro nella nostra lingua. L’Italia ringiovanisce grazie a loro.
In estate abbiamo ammirato alle Olimpiadi gli atleti e il loro record di medaglie, opera del rinnovamento delle fibre della nostra società. I nostri dieci contributi stanno nella scia delle nuove energie di cui andar fieri.
La Comunità di Sant’Egidio a Napoli, con Francesco Dandolo, ha prima accolto questa gioventù, avviandone la formazione. La consegna dei nostri contributi si è svolta di nuovo nei locali della Comunità, officina di futuro quotidiano.
L’Università Federico II contribuisce al conseguimento degli ottimi risultati di questi laureandi.
Un proverbio africano, citato da uno dei nostri studenti, dice: ”Per crescere un bambino ci vuole un villaggio”.
Noi sentiamo di farne parte.

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