Carissima, carissimo,
ogni uomo ha il dovere di ricercare un atteggiamento di ricerca verso la verità, senza dimenticarsi di abbandonare la convinzione di possederla. La novità é quella di lasciarsi arricchire dal dialogo e dal confronto con chi, a sua volta si interroga e rimane costantemente in ricerca. Nessuno sa tutto a priori. Per fare questo é indispensabile imparare ad appellarci all’uomo interiore che é in noi, vale a dire, a sentirci ancorati a una dimensione più di ciò che appare di noi in superficie, capace di contenere la nostra interiorità e di produrre già ora energia vitale, per riceverne forza, voglia di vivere, desiderio di onestà, cambiamento.
La scorsa settimana sono stato invitato a tenere una conferenza a Dragoni (CE): “guardare il mondo dalla parte delle vittime”.
Un’ottica, quella delle vittime, che si rivela produttrice di grandi scoperte, di rivelazioni, di verità, di luce su episodi rimasti oscuri anche oggi.
Certo, é diverso il quadro anche della crisi che stiamo attraversando se viene guardata con l’occhio della finanza, della crescita all’infinito, oppure con quelle che ne sono le principali vittime. E’ la disputa di questi giorni sul tema del mercato del lavoro. Uno spettacolo viene offerto se è guardato attraverso i meccanismi che hanno generato la crisi nell’intento di rilanciare la crescita con gli stessi che l’hanno generata, alla Marchionne, per uscire dal vago e per ricordarci che il suo stipendio annuo è pari a 1.800 suoi operai. Tutt’altro spettacolo se guardato con l’occhio dei disoccupati, dei precari, dei giovani che non trovano lavoro. Cioè con l’occhio delle vittime.
Penso ai 40milioni di persone che muoiono ogni anno di fame o a causa di malattie contratte a causa di una cattiva alimentazione.
Penso a quanta saggezza, cultura, scienza, letteratura, poesia, relazione… vi era in loro e non l’hanno potuta manifestare e di conseguenza arricchirci.
Penso a quando negli anni ‘80, l’Unesco, su pressioni di studiosi del fenomeno della fame, fece la proposta di dedicare un anno intero all’informazione non sul Terzo Mondo che c’era già, ma all’informazione libera dal Terzo Mondo. Lasciare, favorire, spesso a causa dei perversi meccanismi del debito, dello sfruttamento, dell’assenza dei diritti fondamentali, emergano e vengano diffuse informazioni e descrizioni di fenomeni visti appunto con l’occhio delle vittime.
Ebbene, é bastata questa proposta perché dall’Unesco uscissero prima gli Stati Uniti e poi l’Inghilterra. E ci furono consensi e applausi anche nel nostro Paese. Non si voleva che si sapesse la pura verità su certi fenomeni perché sarebbero emerse le reali responsabilità e se di questo tema facessimo argomento di conversazione Natalizia, credenti e laici? Non solo sugli aspetti generali e politici ma anche in quelli che riguardano i nostri comportamenti privati e sociali?
Papa Francesco ci invita a risolvere le cause strutturali della povertà. Non solo con una carità spicciola, ma con una carità che deve provocare conseguenze sociali. Essere solidali non significa compiere gesti sporadici di generosità: perché inclusione sociale dei poveri e dialogo determineranno il futuro dell’umanità. E’ di ciò che deve farsi carico la “vera politica”.
È tempo di prestare attenzione per essere vicini a nuove forme di povertà e fragilità, anche se apparente- mente non ci porta vantaggi tangibili e immediati: penso ai senza tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati ecc…
Dov’é tuo fratello schiavo? Dov’è quello che stiamo uccidendo ogni giorno nella piccola fabbrica clandesti- na, nella rete della prostituzione, nei bambini utilizzati per l’accattonaggio, in quello che lavora di nascosto perché non é stato regolarizzato. Facendo finta di niente, siamo complici. Questa domanda vale per ognuno di noi.
È Natale, sono in Brasile con tanto sole, un Natale “diverso”, culturalmente impensabile. Abbiamo inaugurato la 2a Fiera di prodotti fatti con materiali riciclabili. Lo scorso anno era una prova. Oggi è una “realtà”.
Molte ditte hanno compreso l’importanza del riciclaggio ed hanno iniziato ad investire in macchinari “meravigliosi” che aiutano molto nella trasformazione il “popolo dei raccoglitori di strada”. Molti sono i nuovi prodotti in mostra: dall’oggettistica all’artigianato, dalle produzioni semi industriali ai lavorati. Molta strada é stata fatta da quando il presidente Lula nel 2003 passò il suo primo Natale con il popolo della strada inaugurando Casa Cor a San Paolo. Manifestazione che si è protratta fino ad oggi. Da tre anni la presidente Dilma continua quest’avventura.
Papa Francesco dimostra tutta la sua solidarietà a questo mondo emarginato festeggiando il suo 77esimo compleanno, invitando a colazione e a messa, quattro barboni, compreso il cagnolino di uno di loro.
È Natale, la proposta del Vangelo è chiara, consiste in una relazione con Dio a partire dall’orizzontale, dal mondo, creando spazi di fraternità, di giustizia, di pace, di dignità per tutti.
È Natale, ci è chiesta la collaborazione per risolvere le cause strutturali della povertà e per promuovere lo sviluppo integrale dei poveri operando attraverso gesti semplici di solidarietà quotidiani e attraverso scelte politiche “chiare”!
La parola solidarietà si é un po’ logorata e a volte la si interpreta male, ma indica molto di più di qualche sporadico atto di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di pochi a scapito di molti, troppi! L’imperativo di ascoltare il grido dei poveri, dell’altrui dolore, deve essere la prima scelta della “politica”. Abbiamo bisogno di una straordinaria mobilitazione delle coscienze.
Termino ricordando ad ognuno di noi l’accoglienza. Gesù nacque povero in una mangiatoia, perché non c’era posto per lui a Gerusalemme. Gli sbarchi di migranti e profughi sulle coste italiane continua, la visita di papa Francesco a Lampedusa ha indubbiamente contribuito affinché guardassimo con occhi diversi quelli che la nostra legge bolla come “clandestini”. Qualcuno tuttavia ha solleva dubbi, anche a sinistra, sul porre limiti all’accoglienza.
La ragione dipende dalle ragioni degli sbarcati. Se si tratta di persone che richiedono asilo, non il Vangelo ma la nostra Costituzione e le convenzioni internazionali ci obbligano ad ascoltarli, a esaminare le loro motivazioni ed eventualmente accoglierli. In nessuno dei testi normativi in materia si prevede che l’obbligo di accoglienza umanitaria cessi una volta superata una certa soglia numerica. In altri termini, i nostri legislatori hanno sancito che i “diritti umani” hanno una priorità assoluta.
In queste ultime settimane, papa Francesco ha ricevuto dure critiche dagli Stati Uniti. E’ stato accusato per le sue esternazioni e denuncie, di essere un marxista. La sua risposta è stata semplice ed esemplare: nella mia vita ho conosciuto tanti marxisti buoni come persone, e per questo non mi sento offeso. Io esclamando che “l’economia uccide”, l’ho fatto secondo il Vangelo, secondo la dottrina sociale della Chiesa. Con il cibo che avanziamo e buttiamo ogni giorno, non sono io che lo dico, ma le statistiche, potremmo dare da mangiare a quasi tutti gli affamati. Ha poi concluso rispondendo: ”la speranza e la tenerezza del Natale ci scuotano dall’indifferenza, vi ripeto: diamo da mangiare a chi ha fame!”
Buon Natale ad ognuna/o di voi,
Antonio
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