Nati e cresciuti nell’emisfero Nord del pianeta Terra, ci sembra quasi scontato che la maggior parte dell’umanità viva alle prese con dei problemi enormi di sopravvivenza quotidiana.
Questo nostro atteggiamento di disinteresse, trova la sua massima espressione nel rifiuto di determinati valori che potrebbero radicalmente cambiare le cose e la nostra stessa vita. Da potenziali agenti profetici diventiamo, per abitudine o per accidia, difensori naturali di uno “status quo” che non può certamente dirsi fautore di una crescita della dignità umana. Così, dopo duemila anni di cristianesimo, i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. L’immersione nella società dei consumi ci ha allontanato sempre più dalla realtà miserabile e povera del Terzo Mondo, vicino e lontano. Ci siamo perciò abituati a vedere i poveri e gli emarginati come un’accozzaglia da cui difenderci, dando loro tanti buoni consigli pieni di “buonsenso” ma che lasciano il tempo che trovano. E “dulcis in fundo”, per non rischiare di essere strumentalizzati da nessuna parte, ci siamo ben guardati dall’esporci e dal prendere posizioni radicali e sconvolgenti. Certo non sono mancati casi isolati di denuncia e di solidarietà, ma si può dire che nel suo insieme la nostra società non ha brillato per prese di posizione profetiche. La neutralità di fronte al povero e all’oppresso, non è certamente un atteggiamento cristiano. Come credenti o più semplicemente come uomini di buona volontà, dobbiamo scegliere da che parte stare. Se passando per una strada vedo un prepotente che percuote un debole, posso assumere tre atteggiamenti che qualificano la mia posizione:
1) unirmi al più forte nel picchiare il debole;
2) difendere il debole dalla violenza del più forte, magari rimettendoci qualche dente!
3) tirare diritto per il mio cammino, per evitare di essere coinvolto.
Quest’ultimo atteggiamento viene definito “neutrale”, in verità non é altro che la tacita accettazione di un gesto violento ai danni di un inerme! Diventa perciò importante scegliere da che parte stare, dimostrando con i fatti che coloro che soffrono angherie di ogni tipo possano trovare in noi delle persone sempre disposte a mettersi al loro fianco, al fine di affermare vigorosamente la dignità eterna dell’Uomo, perennemente calpestata. Finché ci sarà un povero e un oppresso sulla terra, noi non potremo dormire sonni tranquilli e vivere nella nostra “dorata” neutralità. La scelta della difesa degli ultimi, ci porterà magari in situazioni difficili che potranno sembrare insostenibili per le nostre forze, ma è anche l’unica strada percorribile se si vuole vivere la solidarietà con coloro che non contano e non perdere ciò che abbiamo di più prezioso: la nostra dignità!
La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto?Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è nè sicura, nè conveniente, nè popolare; ma bisogna prenderla, perchè è giusta.” M.L.King. Ho preso in prestito queste parole che hanno aperto mondi nuovi e che ora continuano a dare forza a un pianeta molto malato. Scegliere da che parte stare però non può essere appannaggio di uomini illuminati ma richiede una rivoluzione culturale che comincia dall’educazione. Educare gli esseri umani di questa generazione “connessi” virtualmente ma separati nella realtà a sentire che siamo ormai legati gli uni agli altri, che non c’è un bene se non è comune, che ciò che succede molto lontano da me ha immediate ripercussioni su di me, questa credo sia la strada, educarci a sentire la nostra connessione per andare al di sopra del nostro ego.