È stato un incontro davvero eccezionale quello che si è svolto lo scorso 18 gennaio nell’albergo di Santa Marta, la casa di papa Francesco: dove ho accompagnato il Piccolo fratello Arturo Paoli, l’ultracentenario religioso -gloria della chiesa non solo italiana ma anche unico teologo della liberazione nel nostro Paese- che ha così potuto incontrare il Papa della chiesa povera e per i poveri.
Un incontro che è stato anche un’emozionante “recherche”, visto che i due si erano incontrati in Argentina, dove Arturo Paoli ha vissuto dal 1960 al 1974, e per 45 anni in totale in America latina, accanto ai più diseredati e ai perseguitati. Un incontro di altissima temperatura spirituale e umana durato 35 minuti, durante i quali Francesco e Arturo si sono soffermati sui lunghi anni passati dal Piccolo fratello in Argentina, in un periodo tragico per il Paese sudamericano,e dal quale Arturo dovette fuggire perchè condannato in contumacia dai generali. Uniti l’allora superiore provinciale dei gesuiti e il Piccolo fratello dall’avversione alla dittatura, alla quale Bergoglio sottrasse decine e decine di perseguitati aiutandoli a espatriare.
Un incontro di altissimo significato, con al centro il tema di una chiesa che esce ad aiutare i poveri e a farne i protagonisti della comunità ecclesiale, che ha emozionato anche chi scrive, presente all’inizio e alla fine del colloquio a quattr’occhi, nel salottino al piano terra di Santa Marta. Che Fratel Arturo ha poi commentato così: “Ho trovato il Papa pieno di buona volontà anche se stanco alla fine della giornata, perchè le sue giornate sono piene e quindi si capisce che senta la stanchezza. Ma, nonostante questo, egli si è messo a disposizione e ha accettato le mie domande. Abbiamo parlato dell’Argentina e del mondo, E il Papa ha notato un grande cambiamento nell’ora attuale del mondo, affermando che è necessario seguirlo senza pretendere di poter realizzare tutto quello che noi desidereremmo, in particolare una forte e immediata ripresa della fede. Ma io -ha sottolineato Artturo con passione- a questo punto sono intervenuto osserando i suoi grandi successi, evidenti in Brasile come negli incontri domenicali e del mercoledì con masse enormi di fedeli felici. E gli ho detto che non bisogna disperare perchè Dio è da quella parte lì alla quale il Papa dà voce potente.
E il Papa sa bene che il suo compito di profonda riforma della chiesa e della curia è duro, difficile.
Eh sì, sì. Immagino quante opposizioni specialmente quando confronta la sua semplicità di vita con i grandi fasti dove hanno vissuto i vescovi e i papa del passato, magari ascoltando il concerto di un artista famoso. Invece, egli vuole dedicare la sua vita, come ha sempre fatto, proprio agli umili, ai poveri e a quelli che hanno bisogno di conforto e di aiuto.
Che cosa ti ha lasciato Francesco?
Mi ha lasciato una grande contentezza, perchè è stato difficile arrivare fino in Vaticano, alla mia età. Ma spero che un giorno egli ricambi la visita, venendo a Lucca. Quindi lo aspettiamo.
Fin qui le parole di Arturo, apparso radioso e come ricaricato dall’incontro con lo straordinario Papa Francesco. Di cui vogliamo qui raccontare solo un particolare strepitoso, che la dice lunga sul grande dono che questo Pontefice rappresenta per la chiesa e per il mondo.
Una collaboratrice di Arturo aveva portato al Papa un bottiglione dell’olio ottenuto dalle olive raccolte a mano del suo giardino. Ebbene, con la sua consueta semplicità, capace di trafiggerti, Francesco, dopo averci accompagnato all’uscita del salottino, se n’è andato con la bottiglia sotto braccio direttamente nella sala ristorante, dove poi, a cena, abbiamo ritrovato l’olio sul carrello di servizio, a disposizione della comunità che vive o che passa dalla sua casa.
Ho conosciuto Arturo Paoli a Spello, diceva sempre abbiate paura dei supermercati….un grande uomo.
Con Papa Francesco possiamo riscoprire grandi valori e praticarli ogni giorno.
Diamoci tutti da fare.
Pace a tutti