Che la Chiesa anche visivamente prescinda dalle donne, con buona pace di Papa Francesco e di tutto il clero, si vede dal Sinodo sulla famiglia: il “tenere famiglia” significa curarsi degli interessi della Chiesa. Tutti i preti hanno avuto una famiglia “carnale”, ma l’hanno abbandonata per sposare la Chiesa. E’ successo poi che, mentre Matteo lasciò il suo banchetto di cambiavalute ed esattore, alcuni dei moderni seguaci hanno portato la finanza bancaria in Vaticano. Comunque dal Sinodo incaricato di rivedere lo stato dell’arte della famiglia cristiana erano escluse non solo le donne, ma anche i bambini. I quali sono sempre nominati come obiettivo primario, ma non hanno voce, anche se sono capaci di arrivare all’Onu e al Nobel, come Malala Yusaftzai. Cose da dire i “piccoli” ne avrebbero; se esclusi, delegherebbero la voce della mamme a rappresentarli, e perfino quella dei padri; probabilmente escluderebbero chi viene chiamato “padre” perché è stato “ordinato”. L’11 ottobre l’Onu ha dedicato la giornata alle bambine dopo che a Ginevra era stata aperta una “European Week of Action for Girls” per promuovere i loro diritti, affrontare le cause che determinano la loro discriminazione e sviluppare l’empowerment delle bambine da un punto di vista sia sociale che economico. L’ambito internazionale parla sempre dei diritti dei bambini senza mettere in primo piano la famiglia. Non senza ragione: in Egitto, Libe ria, Benin, Uganda, Camerun, Zimbabwe, Pakistan, Bangladesh, Ecuador, Nicaragua, Paraguay, dove la campagna ha raccolto opinioni dirette di bambini e bambine, la famiglia è condizionata da infiniti problemi. Noi occidentali non abbiamo le stesse difficoltà e per questo presumiamo di esse re migliori. Peccato che il maggior numero di reati spesso non denunciati e impuniti avvenga all’interno di famiglie non marginali, anzi spesso insospettabilmente perbene. La Chiesa, con Papa Francesco, è intervenuta decisamente sui casi di pedofilia interni all’istituzione; ma non è un mistero che il maggior numero di casi si verifica all’inter no delle famiglie e le violenze avvengono a carico soprattutto delle bambine. A livello europeo è noto che il 30% delle donne che hanno subìto abusi sessuali avevano già vissuto episodi di violenza specifica durante l’infanzia. L’ Associazione “Terre des Hommes” ha presentato un dossier desunto dai dati registrati dalle Forze dell’Ordine sui reati a danno di minori. In Italia una donna su tre ha subìto almeno una forma di violenza da bambina. In Europa, sono circa 21 milioni le donne abusate da un adulto prima dei 15 anni (12%) e il 67% delle vittime non ha denunciato: un terzo dei casi resta sommerso nel silenzio di piccole coscienze che risentiranno traumi in delebili. Reato aggiunto e complementare è lo sfruttamento sessuale minorile, che oggi coinvolge anche la criminalità organizzata nelle reti della pedopornografia. Dove sta la fa miglia? Quando è lo zio, il nonno, il padre, gli altri dove sono? Come i genitori e i nonni si relazionano con bambini e adolescenti che sembrano diventati “strani”? L’Onu non sempre ciascun paese, quasi mai ciascuno di noi si preoccupa del mondo, in primo luogo dei paesi poveri, dove i bambini vengono sfruttati in ogni modo come lavoratori (le loro piccole dita sono adatte a un’infinità di prodotti commerciali), ma anche come corpi. Le bambine subiscono di tutto, dalle mutilazioni genitali femminili ai matrimoni precoci, alla vendita sul mercato della prostituzione, alle gravidanze e agli aborti a rischio, all’aids. E vengono impedite nella loro volontà di studiare e di rendersi autonome solo per esse re nate donne. Eppure sarebbero loro lo dice Amartya Sen la risorsa fondamentale per lo sviluppo delle comunità. Noi abbiamo ancora in mente le due ragazzine dei Parioli di Roma, che per il denaro abbondante ricevuto dalle prestazioni “liberamente” accettate (in realtà un ignobile fotografo aveva “investito” nei loro corpi) per poter avere borse e abbigliamenti di lusso. Le relative madri hanno reagito in modo diametralmente opposto: una ha messo un poliziotto privato alle calcagne della figlia divenuta strana e intrattabile, l’altra credeva che la figlia avesse tanto denaro “perché spacciava”. Questa triste sto ria non è una parabola. E’ un allarme.