Il Papa e l’utilità del marxismo – Frei Betto

Frei Betto

Il papa e l’utilità del marxismo

Papa Benedetto XVI ha ragione: il marxismo non è più utile. Sì, il marxismo, che molti nella Chiesa cattolica considerano come una ideologia atea che giustificava i crimini di Stalin e le atrocità della rivoluzione culturale cinese.

Accettare che il marxismo come lo intende Ratzinger sia lo stesso marxismo che intendeva Marx sarebbe come identificare il cattolicesimo con l’Inquisizione.

Si potrebbe allora dire: il cattolicesimo non è più utile. Perché non si può giustificare il mandare al rogo donne considerate streghe o torturare i sospetti di eresia. Ora, fortunatamente il cattolicesimo non può essere identificato con l’Inquisizione, né con la pedofilia di preti e vescovi.

Allo stesso modo, il marxismo non si può confondere con i marxisti che lo hanno usato per diffondere paura, terrore, e soffocare la libertà religiosa. Dobbiamo tornare a Marx per sapere cosa è il marxismo, così come dobbiamo ritornare al Vangelo e a Gesù per sapere che cos’è il cristianesimo, e a Francesco d’Assisi per sapere cosa è il cattolicesimo.

Nel corso della storia, in nome delle parole più belle, sono stati commessi i crimini più efferati. In nome della democrazia, gli Stati Uniti si sono impadroniti di Porto Rico e della base cubana di Guantanamo. In nome del progresso, i paesi dell’Europa occidentale hanno colonizzato i popoli africani e hanno lasciato lì una scia di miseria. In nome della libertà, la regina Vittoria, del Regno Unito, ha promosso in Cina la devastante guerra dell’oppio . In nome della pace, la Casa Bianca ha commesso il più illegittimo e genocida atto terroristico della storia: le bombe atomiche sopra le popolazioni di Hiroshima e Nagasaki. In nome della libertà, gli Stati Uniti hanno instaurato in quasi tutti l’America Latina, dittature sanguinose nel corso di tre decenni (1960-1980).

Il marxismo è un metodo di analisi della realtà.

E più che mai utile per comprendere l’attuale crisi del capitalismo.

Il capitalismo, sì, ora non è più utile, perché ha promosso la più marcata disuguaglianza sociale tra la popolazione mondiale, si è impadronito delle risorse naturali di altri popoli, ha sviluppato il suo volto imperialista e monopolistao; ha messo al centro dell’equilibrio del mondo gli arsenali nucleari, e ha diffuso l’ideologia neoliberista che riduce l’uomo a mero consumatore sottomesso al fascino di beni di consumo.

Oggi, il capitalismo è egemone nel mondo. E dei sette miliardi di persone che abitano il pianeta, quattro miliardi vivono al di sotto della soglia di povertà, e 1,2 miliardi soffrono di fame cronica.

Il capitalismo ha fallito per i due terzi dell’umanità, che non hanno accesso ad una vita degna. Dove il cristianesimo e il marxismo parlano di solidarietà, il capitalismo ha introdotto la competizione; dove parlano di cooperazione, ha introdotto la concorrenza; dove parlano di rispetto per la sovranità dei popoli, ha introdotto il globocolonialismo. La religione non è un metodo di analisi della realtà. Il marxismo non è una religione. La luce che la fede getta sulla realtà è, piaccia o no al Vaticano, sempre mediata da una ideologia. L’ideologia neoliberista, che identifica il capitalismo e la democrazia, prevale oggi nella coscienza di molti cristiani e impedisce loro di rendersi conto che il capitalismo è intrinsecamente malvagio.

La Chiesa cattolica, è spesso complice con il capitalismo perché questo la copre di privilegi e le concede una libertà che è negata, dalla povertà, a milioni di esseri umani.

Ora è provato che il capitalismo non garantisce un futuro dignitoso per l’umanità. Benedetto XVI lo ha ammesso nell’affermare che dobbiamo cercare nuovi modelli.

Il marxismo, coll’analizzare le contraddizioni e le carenze del capitalismo, apre una porta di speranza per una società che i cattolici, nella celebrazione eucaristica, caratterizzano come il mondo in cui tutti potranno “condividere la ricchezza della terra e dei frutti del lavoro umano “.

Questo Marx lo chiamava socialismo.

L’arcivescovo cattolico di Monaco, Reinhard Marx, ha lanciato nel 2011 un libro intitolato “Il Capitale – un patrimonio per l’umanità”. La copertina contiene gli stessi colori e caratteri grafici della prima edizione del Capitale, Karl Marx, pubblicato ad Amburgo nel 1867.

“Marx non è morto ed è necessario prenderlo sul serio”, ha detto il prelato in occasione del lancio del libro. “Dobbiamo confrontarci con l’opera di Karl Marx, che ci aiuta a comprendere le teorie dell’accumulazione capitalistica e del mercamtilismo.

Questo non significa farsi attirare dalle aberrazioni e dalle atrocità commesse in suo nome nel 20° secolo.” L’autore del nuovo “Il Capitale”, nominato cardinale da Benedetto XVI nel novembre 2010, descrive come “etico-sociali” i principi difesi nel suo libro, critica il capitalismo neoliberale, chiama la speculazione “selvaggia” e “peccato” e raccomanda che l’economia deve essere ridisegnata secondo norme etiche di un nuovo ordine economico e politico.

“Le regole del gioco devono avere qualità etica. In questo senso, la dottrina sociale della Chiesa è critica nei confronti del capitalismo,” ha detto l’arcivescovo.

Il libro inizia con una lettera di Reinhard Marx a Karl Marx, che egli chiama “caro omonimo”, morto nel 1883.

Gli chiede di riconoscere ora il suo errore riguardo l’inesistenza di Dio.

Il che suggerisce tra le righe, che l’autore del Manifesto Comunista sia tra quelli che, sul lato opposto della vita, godano della visione beatifica di Dio.

Il mercato è il nuovo idolo religioso della società

La modernità, periodo che comprende gli ultimi 5 secoli, è in crisi. Oggi non viviamo un’epoca di cambiamenti, bensì un cambiamento di epoca. In questo millennio che comincia, emerge qualcosa che viene impropriamente chiamato post modernità, che sembra molto diverso da tutto quello che ci ha preceduto, dando vita ad un nuovo paradigma.

Nel periodo dell’Età Media la cultura ruotava attorno alla figura divina, attorno all’idea di Dio.

Mentre la modernità s’incentra sull’essere umano, sulla ragione e sulle sue due figlie: la scienza e la tecnologia.

Uno dei simboli che meglio esprime questo passo è la pittura di Miguel Ángel “La creazione di Adamo”, che si trova sul soffitto della Cappella Sistina: Dio Padre, con una lunga barba, coperto da vesti, rappresenta il teocentrismo dell’epoca dinnanzi all’uomo nudo, fortemente attratto dalla Terra.

L’uomo tende il dito per non perdere il contatto con il trascendente, con il divino. La nudità di Adamo traduce l’arrivo dell’antropocentrismo e della rivoluzione che la modernità rappresenta nella nostra cultura.

L’episodio caratteristico della modernità accadde nel 1682, quando il signor Halley, basato esclusivamente su calcoli matematici -poiché non disponeva di strumenti ottici- predisse che una cometa sarebbe riapparsa nel cielo di Londra entro 76 anni. Molti lo presero per pazzo. Come avrebbe potuto, chiuso nel suo laboratorio, basandosi su calcoli scritti su un pezzo di carta, prevedere il movimento degli astri nel cielo? Chi se non Dio domina il cielo.

Il signor Halley morì nel 1742, prima che arrivasse a compiere i 76 anni previsti. Nel 1785 la cometa, che oggi porta il suo nome, ha ripreso ad illuminare i cieli di Londra. Era la gloria della ragione!

“Se è così -dissero- se la ragione è capace di prevedere i movimenti degli astri come dimostrano Copernico e Galileo, e più avanti anche Newton, uno dei pilastri della nostra cultura, allora questa potrà risolvere tutti i drammi umani. Metterà fine alla sofferenza, al dolore, alla fame e alla peste.

Creerà un mondo di luci, progresso e felicità!

Cinque secoli dopo, il bilancio non è tra i più positivi. Anzi. I dati sono della FAO: siamo 7 miliardi di persone sul pianeta, di cui la metà vive al di sotto della soglia della povertà, di cui più di 1 miliardo sopravvive in condizioni di fame cronica. C’è chi afferma che il problema della fame sia causato dall’eccesso di bocche. E per questo propone il controllo di natalità. Io mi oppongo al controllo, anche se sono d’accordo con la pianificazione familiare. Il primo è impositivo, il secondo rispetta la libertà della coppia. E non accetto l’argomento che vi sono troppe bocche; né che mancano alimenti. Secondo la FAO, il mondo produce a sufficienza per sfamare 11 miliardi di bocche. Il problema è la mancanza di giustizia, di comportamento ed una eccessiva concentrazione della ricchezza.

Dovendo attraversare un periodo di grande incertezza, le persone cercano risposte lontane dalla ragione. Osservate, per esempio, il fenomeno dell’esoterismo: mai Dio è stato così in voga come adesso. Suscita passioni e fondamentalismi, a favore e contro.

La crisi della modernità culmina nel momento in cui il sistema capitalista raggiunge la sua suprema egemonia con la fine del socialismo, e acquista un nuovo carattere, chiamato neoliberista.

Quali sono le chiavi di lettura di questo cambiamento da liberismo a neoliberismo? Durante il liberismo si parlava molto si sviluppo. Negli anni ’60 nacque la teoria dello sviluppo, che comprendeva la teoria di sottosviluppo; è venne creata l’Alleanza per il Progresso, che avrebbe dovuto portare allo “sviluppo” dell’America latina.

La parola “sviluppo” ha una componente etica, perché almeno ci si immagina che tutti debbano beneficiarne. Oggi il termine è “modernizzazione” che non ha contenuto umano ma una forte connotazione tecnologica. Modernizzare è attrezzarsi tecnologicamente, competere, riuscire ad avvicinare la mia impresa, la mia città, il mio Paese al paradigma primomondista, anche se ciò significa sacrificio per milioni di persone.

Il Mercato è il nuovo idolo religioso della società in cui viviamo. Prima, la mattina i nostri nonni consultavano la Bibbia. I nostri genitori il servizio meteorologico. Oggi si consultano gli indici del Mercato.

Di fronte ad una catastrofe o ad un avvenimento inatteso dicono i commentatori economici: “Vediamo come reagisce il Mercato”. Ed io mi immagino un signore, il signor Mercato, arroccato nel suo castello che grida al cellulare: “il discorso del ministro non mi è piaciuto. Sono arrabbiato”.

E in quello stesso momento i telegiornali annunciano: “Il Mercato non ha reagito bene al discorso ministeriale”.

Ora il mercato è internazionale, globalizzato, si muove seguendo le sue regole, e non secondo i bisogni umani. Di fatto predomina la globalizzazione, l’imposizione al pianeta del modello anglosassone di società. Incentrato sul consumismo, sulla speculazione, sulla trasformazione del mondo in un casinò globale. Dinnanzi alla crisi finanziaria che colpisce il capitalismo, e soprattutto i diritti sociali conquistati negli ultimi secoli, è ora di domandarsi quale sarà il paradigma della post-modernità. Mercato o globalizzazione della solidarietà?

Traduzione di Simone Campana

1 commento

  1. L’uomo, quando è malvagio, sa abbrutire anche i concetti più nobili. Se l’ideologia marxista non fosse strumentalizzata ma interpretata e attuata secondo la purezza d’intenti che probabilmente propugnava, l’uguaglianza, la fratellanza e la condivisione sarebbero parametri di riferimento di una società veramente civile, perché è la difesa dei deboli e la loro integrazione il pilastro culturale di una nazione veramente evoluta.

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