Frei Betto - Grazie, caro presidente Lula
Mai prima, nella storia di questo paese, un metalmeccanico aveva rivestito il ruolo di Presidente della Repubblica, Quanti timori e terrori ogni volta che ti presentavi come candidato!
Dicevano che il PT, col ferro e col fuoco, avrebbe instaurato il socialismo in Brasile.
Quanta speranza riflessa nell’euforia che contaminò la Spianata dei Ministeri, nel giorno del tuo insediamento! Trascorsi otto anni, ecco che l’approvazione nei confronti del tuo governo raggiunge l’ammirevole indice dell’ 84% dei brasiliani, che lo considerano ottimo e buono, mentre solo il 3% lo disapprova.
Il Brasile è cambiato in meglio. Circa 20 milioni di persone, grazie alla Borsa Famiglia e altri programmi sociali, sono uscite dalla miseria e 30 milioni sono entrate nella classe media. Ci sono ancora altri 30 milioni che sopravvivono sotto lo spettro della fame e forse Fame Zero, con il suo carattere emancipatorio, l’avrebbe sradicata se il tuo governo non l’avesse sostituita con la Borsa Famiglia, di carattere compensatorio e che, fino ad oggi, non ha trovato uno sbocco per le famiglie che ne hanno beneficiato.
Tu hai riscattato il ruolo dello Stato come induttore dello sviluppo e, attraverso programmi sociali e previdenza, hai promosso la distribuzione del reddito, che ha scaldato il mercato interno di consumo. La BNDES (Banca nazionale di sviluppo) ha reso le grandi imprese brasiliane competitive nel mercato internazionale. Speriamo che durante il governo Dilma sia possibile destinare risorse anche a imprese di piccola e media portata e favorire la nostra ricerca scientifica e tecnologica.
Mentre i paesi industrializzati, colpiti dalla crisi finanziaria, prosciugano la liquidità del mercato e bloccano l’aumento dei salari, tu hai ampliato l’accesso al credito (R$ 1 trilione disponibile), hai aumentato il salario minimo al di sopra dell’inflazione, hai mantenuto sotto controllo i prezzi del paniere di base e hai esonerato dalle tasse elettrodomestici e automobili. Oggi, il 72% delle case brasiliane possiedono frigorifero, televisore, cucina a gas, lavatrice, anche se il 52% non possiede ancora le fognature.
Il tuo governo ha moltiplicato il lavoro formale, soprattutto nel Nordest, dove il profilo sociale è mutato in meglio. Oggi, su una popolazione di 190 milioni di abitanti, 105 milioni sono lavoratori, e il 59,6% di loro ha un lavoro regolare. È vero che a molti manca una buona qualificazione professionale, ma le cose sono comunque migliorate: il 41,3% ha completato il livello scolare medio e l’11,1% quello superiore.
In politica estera il Brasile si è affermato come sovrano e indipendente, liberandosi dall’orbita statunitense, rifutando l’ALCA proposta dalla Casa Bianca, appoggiando l’UNASUL e impegnandosi a favore dell’unità latino-americana e caraibica. Grazie alla sua volontà politica, il nostra paese guarda con simpatia all’ascesa di nuovi governanti democratico-popolari in America Latina, condanna il blocco degli USA nei confronti di Cuba e sostiene il diritto all’autoderminazione di questo paese; investe nei paesi dell’Africa; stringe relazioni con il mondo arabo e denuncia l’ipocrisia del voler impedire l’accesso dell’Iran all’uranio arricchito, mentre paesi a lui vicini, come Israele, dispongono di ordigni nucleari.
Il tuo governo, Lula, ha fornito autostima al popolo brasiliano e, oggi, è ammirato in tutto il mondo. Avrebbe potuto essere migliore se avessi realizzato riforme strutturali come la riforma agraria, la riforma politica e quella tributaria; se avessi deciso l’apertura degli archivi della dittatura posseduti dalle Forze Armate; raddoppiato gli investimenti in educazione, sanità e cultura.
Mai prima, nella storia di questo paese, un governo ha lasciato la sua Polizia Federale portare in carcere due governatori: arrestare politici e imprenditori corrotti; combattere con rigore il narcotraffico. Peccato che il Piano Nazionale dei Diritti Umani 3 -quasi un plagio dei piani 1 e 2 del governo Cardoso- sia fallito a causa di preconcetti e vigliaccheria di ministri che lo hanno prima approvato e non hanno avuto poi l’onestà di sostenerlo quando hanno sentito le proteste di voci conservatrici.
Spero che il governo di Dilma realizzi quel che tu non hai fatto: la federalizzazione dei crimini contro i diritti umani; un’agenda più radicale in difesa della preservazione dell’ambiente, in particolare dell’Amazzonia; il miglioramento del nostro sistema di salute, tanto carente da costringere 40 milioni di brasiliani a dipendere da assicurazioni private; la riforma delle reti di insegnamento pubblico, municipali e statali
Il tuo governo ha avuto il coraggio di realizzare, nell’insegnamento superiore, il sistema delle quote: il ProUni (Programma Università per Tutti) e l’ENEM (Esame nazionale che conclude la scuola superiore); l’ampliamento del numero di scuole tecniche; una maggiore attenzione alle università federali. Ma è necessario che il governo Dilma compia il precetto costituzionale di investire l’8% del PIB in educazione.
Grazie, Lula, per non aver mai criminalizzato i movimenti sociali; per aver preservato aree indigene come Raposa Serra do Sol; Per aver portato la Luce a Tutti. Si, so che non hai fatto più di quanto non fosse dovuto. Sei stato eletto per questo. Ma, considerando gli altri governanti della nostra storia repubblicana, ostaggi delle elite e con schifo dell’ “odore del popolo” come ha confessato uno di loro, bisogna riconoscere i passi avanti e i meriti della tua amministrazione.
Dio permetta che, il prima possibile, tu riesca a liberarti dalla presidenza e tornare ad essere un cittadino militante a favore del Brasile e di un mondo migliore.
Risultati validi e manchevolezze
Puntualizzo cinque punti nei quali il governo Lula mi è parso altamente positivo, e altri cinque nei quali non ha corrisposto alle aspettative. Sono convinto che questi fatti non potranno essere ignorati dal governo Dilma; né da altri che vi succederanno.
1. Reddito ai più poveri
Attraverso il Bolsa Familia e le altre politiche sociali, venne trasferita alle famiglie più povere del Brasile una considerevole quantità di risorse, tanto da far uscire 20 milioni di persone dalla miseria.
Benché il Bolsa Familia distribuisca come reddito appena lo 0,4% del PIL e la “seguridade social” il 7%: il fatto è che, oggi, il 70% delle abitazioni possiede elettrodomestici come frigorifero, TV, cucina e lavatrice.
L’aumento annuale del salario minimo al disopra dell’indice d’inflazione ha dilatato il potere di consumo della popolazione brasiliana.
2. Stabilità economica
L’inflazione si è mantenuta al disotto del 5% e il salario minimo corrisponde, oggi, a più di 200 US$. Ciò ha permesso al consumatore di pianificare meglio i suoi acquisti, cosa che è stata facilitata da una politica di crediti con cessione del quinto e a lungo termine; nonostante che i tassi d’interesse siano rimasti ancora alti.
3. Non criminalizzazione dei movimenti sociali
Benché le occupazioni effettuate dal MST (Sem Terra), dai movimenti per l’alloggio e dei danneggiati dalle dighe causassero inquietudine alle autorità, non ci fu repressione poliziesca-militare e il governo cercò, anche se timidamente, un dialogo con le leaderships popolari.
4. Sovranità
Con il rigetto dell’ALCA e l’azzeramento dei debiti del Brasile col FMI, il governo Lula ha affermato il Brasile come paese sovrano e indipendente. Cosa che gli ha permesso di mantenere una confortevole distanza dalla Casa Bianca, e avvicinarsi all’Africa, ai paesi arabi e all’Asia, al punto di indebolire il G8 e rafforzare il G20, al quale partecipano paesi in via di sviluppo.
Ha stretto relazioni col Sudafrica, l’India e la Cina; e ha rotto il cosiddetto “asse del male” di Bush difendendo Cuba, Venezuela e Iran.
5. Parlare all’anima del popolo
Lula ha preferito abbandonare i discorsi scritti e le rubriche protocollari, per alimentare la sua empatia con il cittadino comune, utilizzando un linguaggio popolare, senza “economese” o espressioni accademiche. Molte volte ha esternato i suoi sentimenti senza pudore, ha lasciato che che l’emozione lo portasse alle lacrime, e che la rabbia gli facesse usare le stesse espressioni che la gente semplice del popolo usa quando le “pestano i calli”.
C’è, però, l’altra faccia della moneta: i cinque aspetti che considero manchevoli:
1. Governo contradditorio
Lula nominò ministri di tendenze politiche e ideologiche antagoniste, come Stephanes all’Agricoltura, e Cassel alla Riforma Agraria; Mantega alle Finanze, e Henrique Meirelles alla Banca Centrale; Jobim alla Difesa, e Vannuchi ai Diritti Umani.
2. Archivi della dittatura
Benché includesse innumerevoli vittime della dittatura militare (a cominciare dal presidente della repubblica), il governo Lula non fece mai uso della sua prerogativa di comandante supremo delle Forze Armate per obbligarle ad aprire gli archivi degli anni di piombo. Neppure appoggiò iniziative affinché i responsabili dei crimini della dittatura fossero portati alla sbarra dei tribunali.
3. Riforme strutturali
Il governo termina senza che, negli otto anni di mandato, sia stata realizzata alcuna riforma strutturale: come quella agraria, quella politica, quella tributaria ecc. Se i più poveri meritarono risorse annuali per 30 miliardi di reais, i più ricchi (attraverso il mercato finanziario) nello stesso periodo furono gratificati con 300 (miliardi di reais), cosa che impedì la riduzione della disuguaglianza sociale.
4. Istruzione pubblica
L’investimento nel settore non ha superato il 5% del PIL, quando la Costituzione esige almeno l’8%.
Benché l’accesso all’insegnamento fondamentale si sia universalizzato il Brasile si affianca, nell’ indice sviluppo umano dell’ONU, allo Zimbabwe in materia di qualità nella pubblica istruzione. Gli insegnanti sono mal remunerati; la scuole non dispongono di attrezzatura elettronica; l’evasione scolastica è accentuata. I programmi di alfabetizzazione degli adulti sono falliti, e il Ministero si è rivelato disastroso nell’applicazione dell’Enem (esame nazionale dell’insegnamento medio).
Di positivo: l’incremento delle scuole tecniche e delle università pubbliche; il sistema delle quote razziali, e il ProUni.
5. Salute
Il SUS (Sistema unico di salute) continua insufficiente, mentre le prestazioni sanitarie si stanno progressivamente privatizzando. Oggi, 44 milioni di brasiliani sono iscritti in mutue dell’iniziativa privata.
Più di 50% delle abitazioni del paese non possiedono fognatura; gli alimenti transgenici sono venduti ai consumatori senza avvertenza; i diritti delle persone portatrici di handicap, non sono debitamente assicurati.
Spero che il governo Dilma possa dare perfezionamento ai risultati validi del governo Lula e correggere le manchevolezze, soprattutto nella disposizione a effettuare riforme strutturali.